Vonno pigliare per Protettore S. Valentino prete

"Vonno pigliare per Protettore S. Valentino prete"
Una giornata all'insegna dell'arte quella vissuta dai cittadini di Vico del Gargano e dai turisti, che hanno sfidato il gelo sferzante della giornata.
Prima di arrivare alla Chiesa Madre per la Liturgia del giorno, una visita alla Chiesa di S. Giuseppe permettere di scorrere la storia che lega San Valentino al nostro paese; la mostra sulla Storia di San Valentino allestita da Mimi Lombardi, offre una sequenza di documenti, foto, stampe ed altro materiale iconografico.
Al termine della Santa Messa sono stati presentati i lavori di restauro della statua di San Valentino fatta realizzare dall'Università di Vico nel 1847, in sostituzione dell'antico busto del XVII, secolo donato dal Marchese Troiano Spinelli.
La dott.ssa Maria Elena Lozupone, che ha curato il restauro della statua a grandezza naturale del Santo martire. Le immagini delle diverse fasi del restauro presentate hanno mostrato i danni subito nel tempo, dovuti alla vetustà e agli interventi maldestri eseguiti. Il restauro ha restituito gli aspetti originali creati dall'artista sulla scultura, riportandola all'originaria bellezza.
Francesco di Palo, storico dell'arte, ha magistralmente illustrato le caratteristiche stilistiche delle icone del Santo, attribuendo l'antico busto-reliquiario a scuola napoletana di intagliatori attiva agli inizi seicento. La statua del Santo, oggetto del restauro, è uscita invece dalle mani di Giuseppe Raffaele Verzella (1784-1853) esponente della nota nota famiglia di intagliatori statuari napoletani. Come ha documentato, presentando una ricca iconografia, i Verzella hanno soddisfatto le richieste di una larga committenza pugliese e delle province limitrofe.
Emanuele d'Angelo, accademico e critico dell'Arte, ha risposto alle sollecitazioni poste dal moderatore della serata Michele Lauriola, delineando il contesto storico culturale all'interno del quale matura la scelta di un Santo Patrono, da parte di una comunità di fedeli e la normativa canonica fissata dal papa Urbano VIII attraverso il "Decreto super electione sanctorum in patronos (1630)" per limitare gli abusi.
Il patronato di San Valentino, preesistente, e in quanto relativo a un Santo ufficialmente riconosciuto, venne conservato è considerato far quelli dichiarati "ab immemorabili". Quanto a San Norberto, che la leggenda asserisce come patrono, non vi sono riferimenti a documenti e ancor più mancano tracce nell'omomastica recente e del passato, che in genere costituiscono un modo per onorare la memoria di un Santo protettore, mediante l'imposizione del nome di battesimo.
Nel suo intervento egli ha poi colto gli aspetti di culto e devozione, che i fedeli manifestano verso il Santo patrono, non sempre equivalenti al grado che la Chiesa gli assegna nel calendario liturgico.
Infine ha posto in rilievo come l'immagine del Santo entri a far parte della memoria collettiva attraverso la sua iconografia ed anche dei colori; nello specifico egli ha colto come filo conduttore fra il busto reliquiario e la statua del Santo restaurata, la pianeta color oro ornata di ricchi ricami.
