Subito dopo il comizio del sindaco ho guardato un po' di partita e una parte del programma "La fisica dell'Amore" del prof. Schettini, la scorsa estate ospite all’anfiteatro. Di calcio ho vissuto per anni prima di comprendere alcune dinamiche che mi hanno allontanato dall'essere tifoso sfegatato.
La politica invece mi ha sempre coinvolto emotivamente nonostante la mia perenne condizione di cronista. Raccontare ciò che succede è normale, esprimere un'opinione è cosa diversa.
Ascoltare le varie "campane" è fondamentale.
In questi giorni di comizi, mi è sembrato di rivedere un famoso film: "La guerra dei Roses", che tanto mi colpì in quei mitici anni 80.
Ho rivissuto quelle scene drammatiche, a volte incomprensibili, certamente significative nel descrivere e capire davvero il favoloso genere umano.
Sicuramente in quel periodo dopo l’uscita del film, saranno diminuiti di colpo i matrimoni!
In piazza S. Domenico invece ho avuto l’impressione di trovarmi a volte in un’aula di tribunale a volte su Candid Camera, un genere televisivo simile al cinema verità, che consiste nel filmare, a loro insaputa, dei soggetti in varie situazioni.
Potrebbe far ridere se non fosse tutto drammaticamente vero.
Qualcuno mi ha testimoniato il suo disgusto, un giovane che vorrebbe avvicinarsi al mondo politico-amministrativo mi ha fatto capire che questa non è politica e che si ottiene tra i pochi ragazzi volenterosi l’effetto contrario.
Un mio caro amico ci ha invece contraddetto: «La gente vuole il sangue, l’arena, oratori che si menano di santa ragione, vuole il gossip, lo sparlare, lo spettegolare, insomma vuole la guerra. Poco gli interessa se non ci sono medici nei pronto soccorso e se i servizi non funzionano».
Come dargli torto? Anche se dare ragione a lui è l’ultima cosa che farei nella vita.
«Tutto ruota intorno alla sete di potere» dice Sciscio nel comizio, definendo Sementino «un uomo senza scrupoli».
Molte cose ascoltate erano già di dominio pubblico e non hanno creato stupore, altre sono state attentamente considerate perché nuove all’uditorio o riferite in maniera diversa.
E’ bello ascoltare le verità di tutti ed è piacevole notare come un tifoso della domenica precedente diventa sostenitore in quella successiva.
Di squadre diverse, però.
Sono i misteri del popolo sovrano.
«Per fortuna c’è chi si riconosce la virtù di riuscire a tenere separati i rapporti personali dalla politica».
Adesso sono più portato a credere a ciò che si racconta nei comizi.
Questione di stile.
Devo ringraziare i miei professori di matematica, il compianto ingegnere Vincenzo Firma e l’inossidabile preside Mimì Afferrante per i loro preziosi insegnamenti che mi hanno permesso di «saper far di conto» e di poter seguire con passione il fisico Schettini, che mi ha incantato con la sua battuta di domenica: «aumentare le virtù e abbattere i vizi».
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