E’ questo il Gargano ideale?
- Michele Lauriola
- 28 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Continua la stagione delle emergenze, degli allarmi e delle urgenze.
In verità non si è mai conclusa.
Cinghiali sulle strade ad ogni ora, incendi invernali, semafori mai spenti sulla superstrada, strade interrotte, ambulanze prive di medici a bordo, sanità pubblica che lascia pochi commenti, liste di attesa e file incredibili anche per una semplice ricetta.
E’ questo il Gargano ideale?
Viviamo nell’eterna speranza che qualcuno ci venga a «proteggere» nel quotidiano disperato tentativo di salvare il salvabile.
Pensare solo al proprio orticello porta anche a questi risultati.
Non disturbiamo però, i conducenti altrimenti non ci saranno più briciole per nessuno.
Solo le «anime pure» conoscono il valore della libertà, nonostante la moda del consenso al «potente» di turno, un pro tempore a tutti gli effetti di legge e di opinione pubblica.
Quelle stesse «anime» che fanno la differenza smuovendo coscienze, abituate a soccombere, tradite dagli stessi pseudo amici.
Ma uno spettacolo inizia e termina, al contrario dei problemi irrisolti da anni...
E’ bello anche assistere al lavoro della signora che imperterrita aggiusta periodicamente la panchina rossa e si preoccupa della pioggia che «potrebbe» rovinare la vernice appena spalmata. C’è ancora vita su questa terra.
I giovani devono lanciare una sfida coraggiosa, tra l’incredulità e lo sfatare un tabù più che decennale.
Devono decidere il futuro diventando artefici del loro destino.
Intanto responsabilizzandosi, attuando strategie di promozione, organizzando e costituendo una vera e propria classe dirigente pronta a pianificare e dare indirizzi.
E’ finito il tempo di delegare «l’uomo qualunque» e di consegnarsi «mani, piedi e testa» ad un’autorità a volte già azzoppata.
Il rischio è reale, già sperimentato, da una nuova generazione di emigranti: i pensionati, costretti ad andare a vivere nei luoghi in cui i loro figli hanno trovato lavoro.
Per fare da nonni, da baby sitter e per rendere meno costosa la vita al nord della prole ormai adulta e produttiva.
A metterci sale e pepe i pensieri di Gaetano Berthoud e di Michele Angelicchio, in un silenzio imbarazzante e in alcuni casi complice, di menti creative e di opinione pubblica.

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