«Quest’anno Vico del Gargano sarà il paese del Natale...»: lo hanno scritto in molti, si legge nei volti e si sente nell’aria con la speranza di un ritorno alla normalità perduta.
Gli sforzi di organizzatori e istituzioni sono un’iniezione di fiducia che al pari dei vaccini rappresentano una «via d’uscita», da non vanificare con atteggiamenti poco responsabili e irrispettosi delle regole e dei sacrifici fatti finora.
Si chiude un anno particolare, con segnali evidenti di ripresa, maggiore fiducia nella scienza e voglia di ripartire anche a livello paesano, dove però registriamo un sempre maggiore «spopolamento» di risorse umane e produttive.
In questi mesi di «patimento» abbiamo cercato di raccontare le «cose belle», evitando di insistere su ciò che non funziona, ciò che va migliorato e ciò che non esiste proprio, puntualmente denunciato dai social, ormai sostituti «dell’opinione pubblica» di piazza, di giornalisti e di noti esperti paesani...
Alcuni giovani di Vico hanno dimostrato tutto il loro valore nel campo degli studi e stanno diventando affermati professionisti.
I genitori sono costretti a rivivere (in molti casi) la «tragedia» dell’emigrazione e dopo la pensione seguono i loro figli nelle più disparate città, capaci di offrire un’opportunità di sviluppo e di impiego.
Noi sul Gargano continuiamo a discutere di trasporti mancati, di collegamenti complicati, di strade dissestate, di servizi inesistenti per molte categorie (pensionati compresi), di assenza dalla programmazione della politica che conta.
Si litiga per un piccolo posto al sole, un parcheggio comodo o per una semplice giornata lavorativa garantita dall’ente.
Storia vecchia. Anzi, preistorica. Ma siamo a Natale e tutti diventiamo più buoni, tanto la festa passa subito...
La magia del Natale è solo un’invenzione dell’uomo? Può darsi.
Certamente il ricordo delle tavolate in famiglia, le sedie vuote da molti anni e la fretta che abbiamo oggi nell’affrontare la quotidianità, mi fanno male da morire. Guardo la gente che passeggia per raggiungere il centro storico e spero che in qualche capanna dei presepi in mostra avvenga davvero un miracolo.
Intanto saluto e ringrazio tutti coloro che aiutano il giornalino a rimanere in vita.
A loro e a tutti i miei concittadini, l’augurio di un Buon Natale e di un nuovo anno ricco di salute e di desiderate certezze.
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