Canti di Passione a Vico del Gargano - Luogo dello Spirito –
A Vico del Gargano la tradizione dei canti popolari quaresimali è tuttora largamente diffusa. Si tratta di repertorio di grande intensità evocativa che descrive in maniera semplice ma commovente fatti salienti della narrazione evangelica. Sono canti che provengono da origini antiche; impiegano l’italiano, il dialetto oppure il latino. Alcuni traggono spunto da narrazioni popolari legate a personaggi e motivi evangelici, altri dai Salmi, altri ancora dal repertorio di Sant’Alfonso Maria de Liguori, che vengono cantati al termine della Via Crucis o nella Settena in forma interattiva.
La loro esecuzione è affidata a gruppi che possono far parte sia di organizzazioni religiose penitenziali, come le Confraternite, che da ensemble spontanei maschili o femminili. Generalmente ai cantori confraternali è affidata la trasmissione del repertorio dei salmi in latino, fra cui spicca il Miserere (salmo n.50), eseguito prevalentemente “a cappella” e in modo polifonico. Di grande suggestione sono anche la Lamentatio del Profeta Geremia e il Cantico di Zaccaria (Benedictus).
Il repertorio penitenziale raggiunge altissimi livelli di elaborazione musicale e costituisce un modello di devozione di grande intensità spirituale e suggestione poetica. Le punte più alte di questo tipo di manifestazioni hanno luogo durante la Settimana Santa e in particolare nelle celebrazioni processionali del Venerdì. Nella processione dell’Addolorata il coinvolgimento spirituale è esaltato dall’esecuzione di antichi canti devozionali da parte di gruppi di donne che l’accompagnano nella visite alle chiese. I più conosciuti sono quelli come Ai Tuoi Piedi o bella Madre, O Fieri Flagelli, Gesù mio con dure funi, Il Capo di Gesuje di Spine incoronato, E lu Venerd’ Sant Madre Marij.
Durante il periodo quaresimale uno dei momenti di maggiore devozione popolare è la funzione della Via Crucis, che per antica tradizione, legata al mondo del lavoro, le confraternite continuano a celebrare la domenica pomeriggio. La meditazione sulle XIV stazioni viene proposta sui testi del padre cappuccino San Leonardo da Porto Maurizio; apre la funzione l’introito “Teco vorrei Signore, oggi portar la Croce…” e ogni Statio è preceduta da un canto di due strofe in quartine composto sull’azione della Passione. La così detta “Stanza” viene cantata da un solista con accompagnamento dell’organo, al termine della quale il coro intona “Gesù, Gesù mio bene”. I testi eseguiti durante questa devozione, si fanno risalire ai padri quaresimali cappuccini, che ha Vico con il loro convento e loro scuola di formazione, fin dalla metà del XVI secolo hanno lasciato la loro impronta spirituale. Tomba che chiudi in sen il mio Signor già morto…, sono i versi finali di questa lunga composizione poetica del Metastasio, messa in note da padre Serafino Marinosci, che alcuni riportano anche musicata dal maestro Raffaele Buonomo.
La partecipazione ad una Via Crucis è coinvolgente, impossibile estraniarsi, almeno uno dei canti struggenti ti penetra nell’anima e ti conduce al culmine, dove ai piedi della Croce stà Maria la madre donataci dal Figlio; con l’invocazione “Ai Tuoi piedi, o bella Madre…” i due cori ti invitato a sostare accanto a Lei e a meditare il suo dolore. I versi -dedicati all’Addolorata dal sacerdote redentorista Barilli- suscitano nell’animo un’estasi di pace.
Il canto del Miserere, invece, fa da sfondo a numerose celebrazioni del periodo quaresimale, viene intonato dalle confraternite – al termine della Via Crucis- sul far della sera nei crocicchi dell’antico borgo e nei riti della Settimana Santa. In particolare con questo canto i confratelli, accompagnano le cinque Processioni del mattino e la solenne Processione al Calvario nel giorno del Venerdì Santo.
A intonare le varie parti del salmo, in latino, sono gruppi di cantori appartenenti a diverse Confraternite protagoniste dei rituali. Ogni Confraternita ha il “suo” modo singolare di cantare il Miserere, eseguito prevalentemente in forma polifonica da voci maschili. Si canta a voci soliste e coro; i cantori si dispongono molto vicini accostando le loro teste, per fondere meglio le voci e ricercare il particolare suono “lamentoso” che dà il carattere penitenziale del canto. Si eseguono solo le 10 strofe dispari del salmo e ogni strofa, in dialetto viene definita ”botta”. Il suono delle voci è struggente e armonico, coinvolge chi canta e chi ascolta. Durante l’esecuzione della “botta” le voci a tratti si fondono in una sola per poi dividersi per poi rimescolarsi ancora generando così un effetto di grande suggestione musicale.
Un tempo la confraternita era una scuola dove apprendere i Canti di Passione " le Stanze della Via Crucis e l’Uffizio delle Tenebre", i vecchi cantori insegnavano non solo il testo ma anche tonalità e la modulazione della voce nell’esecuzione del canto.
Dopo circa un ventennio di minore partecipazione dovuta alla scomparsa delle vecchie generazioni e a una superficiale etichetta di “folklore” attribuita alla devozione popolare, questi antichi canti sono ritornati ad essere protagonisti, tanto da essere riproposti come attività di laboratorio musicale nelle scuole. E’ auspicabile che le Confraternite e gli anziani in modo particolare, offrano una proposta di valori di fede e cultura alle nuove generazioni, come maestri e custodi della tradizione.
Oggi a Vico del Gargano i Canti di Passione stanno vivendo una nuova stagione, con una grande diffusione tra i giovani. Ci sono infatti decine e decine di giovani cantori che hanno intrapreso la pratica devozionale di questi antichi canti, che durante la Settimana Santa trasformano Vico del Gargano in un Luogo dello Spirito.