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Via Caracciolo


Provate ad osservare i nomi delle strade, dei vicoli, delle piazze o delle grandi vie di Vico. Noterete tanti cognomi oltre a nazioni, località, santi o importanti periodi di storia italiana. La mia curiosità ha spinto oltremodo la mia immaginazione di fronte a cognomi mai letti o conosciuti prima. Pensavo alla biografia dei personaggi e al perchè gli era stata intitolata una strada. Sicuramente avranno dato lustro al paese, avranno compiuto gesta degne di riconoscenza infinita come può essere una targa perenne affissa su un muro. Sarà quello sfrenato desiderio di conoscere meglio i luoghi che mi hanno visto ammirare il panorama, sedere su una scalinata di pietra scolpita, giocare a nascondino tra le scale di «Ndriucc», appoggiato ad un portone secolare o correre dietro ad una palla «Super Santos», perennemente «sequestrata» da Elio, tra piazza Mercato, via Fania e la mitica piazza S. Domenico. Sarà perché amo la storia locale e sono convinto che la nostra leva per un turismo tutto l’anno debba essere il continuare a forzare gli scrigni della cultura contadina e di quella religiosa, roccaforti di sapienza, tradizione e passione, per tirar fuori ciò che è stato, ciò che può interessare ai visitatori, ciò che la memoria può facilmente dimenticare. Ecco, io farei rivivere lo studio dell’odonomastica di questo paese, magari partendo dalle scuole, perché tutti possano conoscere la storia, riassaporare l’atmosfera dei nostri avi, ricordare ai giovani le sofferenze, i sacrifici, capire gli orientamenti politici nelle scelte fatte in tanti e tanti anni. E’ notizia di questi giorni la morte di Donna Marella Caracciolo che è stata moglie di Gianni Agnelli. Mi è venuto spontaneo pensare alla nostra via Caracciolo e alla storia del marchese di Vico. A Torino sanno che il nostro paese ha dedicato una strada agli avi della compianta Donna Marella? Chissà.


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