Un centro storico qualsiasi?
Nessuno in particolare, tutti importanti.
L’occhio cade sul numero, sulla matita sottostante, sulla profondità e sul colore.
L’occhio attento intravede la poesia del racconto, l’immaginazione, la sfida al territorio.
Un luogo amato e descritto con passione, quasi a voler proteggere il santo, i muri, i tetti rossi dalla vergogna, il mare e il cielo che si incontrano ma non si confondono.
Strette vie quasi nascoste, irriconoscibili, silenziose.
Se non fosse una pittura potrebbe sembrare una scultura, a dimensione larga.
Il sogno garganico si avvera tra le barche in lontananza, nel buio della notte e la profondità del mare.
Mai uguale, mai ripetitivo, seppur simile nei tratti artistici.
Salvatore Marchesani è stata una bella scoperta.
Un pittore che ti emoziona con la sua autentica passione.
Una sorpresa direi, in uno dei luoghi simboli di Monte Sant’Angelo, quella Green Cave tanto voluta da Franco Salcuni, storico rappresentante di Legambiente.
Ho incontrato per caso suo figlio, non lo avevo mai visto prima mentre aspettavo il mio amico Matteo Totaro, un eclettico professore montanaro in terra di Romagna, con la passione della stampa e dell’arte tipografica.
Un personaggio che stimo molto. Peccato il nostro essere distanti.
Ho salutato Rox Ciuffreda, una grande e poliedrica artista.
Ho pregato di fronte la Basilica del mio santo.
Mi sono arricchito di arte vera, di libertà, di un «Gargano onirico, passeggiando in silenzio tra borghi e paesaggi».
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