GLI ARCIERI STORICI “TURRIS MAIOR” IN DIFESA DELLE TORRI DEL VARANO
Alla foce orientale della laguna di Varano - recita una scheda dei “Luoghi del cuore” del FAI - vi sono due torri che distano tra loro a meno di un chilometro: Torre Varano Grande (detta Sanzone) e Torre Varano Piccola. Sono le torri costiere più antiche del Gargano, probabilmente della fine del '200, con struttura architettonica arcaica a base cilindrica e merli a coda di rondine, molto rari nelle torri pugliesi. Edifici fortificati inglobati all'interno dell’abitato di Foce Varano. La più piccola sorge in prossimità del canale, l’altra lungo la via omonima.
Purtroppo queste Torri versano in stato di degrado e di abbandono. Da anni. Senza che nessuno muova un dito per salvaguardarle. Soprintendenza e Comune di Ischitella sono latitanti. Che fare?
Il ricercatore Giuseppe Laganella, per sostenere la causa e sensibilizzare la popolazione locale e gli Enti preposti al restauro e alla valorizzazione delle Torri, il 20 giugno ha portato sul posto gli Arcieri del gruppo storico “Turris Maior” di Torremaggiore (FG), capitanati dal maestro di tiro Pasquale Di Genova. La giornata di sensibilizzazione è stata altresì sostenuta da due associazioni pugliesi aderenti alla manifestazione: il Centro Studi Martella di Peschici (rappresentato da chi scrive) e l’Osservatorio ideale Torre di Belloluogo di Lecce (che ha visto la presenza di Beniamino e Ugo Raffaele Piemontese).
Gli Arcieri hanno animato la sonnecchiante contrada lacustre, sfilando in abiti medievali, con il ritmo incalzante del rullare dei tamburi, lungo il percorso di via Varano che unisce le due Torri. I residenti incuriositi si sono affacciati alle porte, alle finestre e ai balconi, chiedendo agli organizzatori il motivo della inusuale manifestazione, e incoraggiandoli a non desistere.
La giornata si è articolata in due momenti, la mattina nei pressi di Foce Varano, il pomeriggio nel centro cittadino di Ischitella. I “Turris Maior” hanno allestito un campo da tiro nei pressi della Torre Piccola, ormai cadente, e poi nel pomeriggio nella piazza Vera d’Aragona di Ischitella. Non solo arcieri, ma anche balestrieri che hanno dato prova di sé con una simulazione di caccia su sagome di animali e dimostrazioni di tiro, sia statico che dinamico, secondo le antiche tecniche medievali di attacco. Dimostrazioni del tiro nobile con l'arco eseguite con archi storici, che dimostrano la destrezza e l’abilità dell’arciere. Non è mancata l’esposizione di armature medievali e dimostrazioni di scherma da parte di due Cavalieri teutonici in abiti d’epoca.
Pasquale di Genova ci racconta che il gruppo Arcieri Storici "Turris Maior" è nato quasi per gioco, nel senso che il tiro con l'arco era il suo gioco preferito, poi diventato “una passione, un'arte e uno sport”, in cui ha coinvolto via via i suoi amici ed estimatori. Ufficialmente il Gruppo nasce nel 2000, all’interno del Centro di Attività Culturali “Don Tommaso Leccisotti”, che dal 1985 organizza a Torremaggiore (Fg) il Corteo Storico di Federico II e Fiorentino. La rievocazione, incentrata sulla figura del mitico sovrano svevo (che morì a Castel Fiorentino, a pochi chilometri da Torremaggiore, il 13 Dicembre 1250), si caratterizza anche per il Palio delle Contrade. Da ottobre 2011 il Gruppo ha ottenuto una propria autonomia, costituendo l’Associazione Sportiva Dilettantistica Culturale “Arcieri Storici Turris Maior“, e affiliandosi al CSAIN, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, con il quale collabora nel progetto di diffusione della pratica del tiro con l’arco.
Il nome del gruppo, come attestato dal loro gonfalone, deriva da una delle cinque torri poste nel castello ducale di Torremaggiore, precisamente quella centrale, la più grande, antica ed unica a pianta quadrata, resto di una prima fortificazione normanno-sveva sorta probabilmente prima dell’anno mille.
Gli Arcieri, ormai noti in varie città d’Italia, si cimentano nelle rievocazioni storiche per promuovere la conoscenza della storia medievale di Torremaggiore, della sua provincia e delle aree limitrofe. Per ciò che attiene il contesto storico, grazie ad un’accurata ricerca compiuta da alcuni membri del gruppo, viene promosso uno spettacolo nel quale, agli ordini del Maestro di Tiro, con una serie di esercizi statici o dinamici, vengono riproposte le tecniche di attacco/difesa di una postazione e le tecniche di caccia al cinghiale. I “Turris Maior” si esibiscono nelle piazze in abiti medievali, anch’essi risultato di studi accurati, accompagnati dal rullare di tamburi che eseguono ritmi originali d’epoca.
Inizialmente, gli Arcieri si esercitavano nelle campagne di Torremaggiore, finché il Comune, grazie all'interessamento di una segretaria comunale di origine sarda che aveva preso a cuore le sorti del Gruppo, li ospitò in un ramo del fossato del Castello, quello Nord ribattezzato per l’appunto “Fossa degli Arcieri”, che nelle fredde serate d’inverno, con luci particolari, creava un’atmosfera irreale e suggestiva con l'enorme struttura sovrastante. Dopo i lavori di restauro, questo non è stato più possibile. Un vero peccato, perché di fatto gli Arcieri erano diventati i custodi di quell’area del Castello, tenendola sempre pulita ed attirando la curiosità di molti residenti e turisti che si fermavano per assistere alle prove del Gruppo. Oggi gli Arcieri si esercitano nella Palestra dell'Oratorio di una chiesa, grazie alla disponibilità del parroco titolare.
L'Associazione ha in attivo, sin dalla sua nascita, un laboratorio di artigianato medievale nel quale gli Arcieri imparano a costruire le proprie frecce in legno, con punte in ferro forgiato e piume d'oca. Pure i costumi d’epoca vengono realizzati in proprio. Ma diventano sempre difficili gli spostamenti e le trasferte con le armi e le varie attrezzature, comprese le tende dell’accampamento. Ci si muove con le auto e i furgoni degli Arcieri, ma ci vorrebbe un tir.
La vera peculiarità del Gruppo è che è formato da una cinquantina di persone di vari nuclei familiari, con donne e uomini, ma con tanti ragazzi e bambini: gli adulti trasmettono ai più piccoli le loro competenze, con varie esercitazioni pratiche. L’intento è di renderli autosufficienti in condizioni estreme, simili a quelle del Medioevo. Anche per staccarli dalle playstation e dalla schiavitù digitale dei cellulari.
A rimarcare il loro senso identitario, gli Arcieri si muovono in gruppo con le proprie famiglie, portando i loro saperi e le suggestioni federiciane non solo sulla collina di Castel Fiorentino o nelle contrade di Torremaggiore, ma in giro per l’Italia. Una risorsa del territorio che dovrebbe essere valorizzata dalle Istituzioni. Come le Torrette sgarrupate di Foce Varano.
Teresa Rauzino
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