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I due alberi dell’Eden

Nel corso di uno dei suoi soggiorni in Peschici (marzo-aprile 2015), prima di tornare a Siena dove è tuttora, Lidia Croce ha dipinto un’opera intitolata I due alberi dell’Eden, (olio su tela, 160 x 200 cm). In questo caso non si tratta di uno dei mirabili bozzetti ideati come progetti di altrettante sculture di grandi dimensioni, ancora in attesa di mecenati o pubbliche committenze. No, ci troviamo qui, di nuovo, davanti a un’opera di pura pittura della magnifica autrice di tante vastissime creazioni.

La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre è uno dei temi culto della storia della pittura di ogni tempo. La novità, introdotta da Lidia Croce, consiste nella raffigurazione non di uno ma di due degli alberi presenti nel giardino edenico, l’albero “della vita” e l’albero “della conoscenza del bene e del male”. L’accento nel dipinto è posto proprio sulla conoscenza dei meccanismi che possono riportare l’umanità alla condizione edenica dell’immortalità. L’albero è avvolto dalla doppia spirale del DNA, mentre i due princìpi del maschile e del femminile sono uniti dalla ctonia spira serpentina (intorno alla gamba sinistra di Adamo e alla gamba destra di Eva). A sovrastare il segreto, la cherubica guardianìa genetica che scaccia dall’albero portale i due avidi progenitori, trattati come ladri del frutto strappato all’albero della conoscenza. Una conoscenza che rese l’uomo simile ai Viventi, allarmandoli al punto che lo scacciarono dal giardino perché non avesse accesso anche all’albero della vita immortale. Versetti 3:22, 3:23, 3:24 (in Genesi): “Ora che l’uomo è diventato simile a noi (avendo mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male) NON dobbiamo permettere che egli stenda la sua mano anche sull’albero della vita e, mangiandone, viva per sempre. E mise due cherubini a oriente di Eden per sbarrare la via all’albero della vita”.

La tavolozza, quanto mai accesa e brillante, attiva risonanze e rimandi al colorismo impressionista luminescente dell’oriente dello spirito. L’inesausta ricerca delle tracce anche letterarie delle origini della razza umana e del motivo della sua punizione ha portato Lidia Croce a concludere che l’umanità continua a scontare la colpa della sete di conoscenza che l’ha sempre animata. Ora che la scienza si sta avvicinando al Segreto, forze ctonie e oscurantiste (il Nazismo nel Novecento e Isis ai giorni nostri) possono fare inabissare la cultura scientifica per sempre, nella perenne notte della ignoranza armata.


Maria Maggiano



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