Il progetto è partito da un'idea comune di tutte le pizzerie e pizzaioli di Vico del Gargano nel dicembre 2022 per promuovere il prodotto tipico di eccellenza "la Paposcia" e il territorio con un evento che si è tenuto il 26 dicembre 2022 nei locali del mercato coperto e in piazzetta mercato.
L’evento del giorno di santo Stefano ha spinto gli organizzatori a dare vita ad un’associazione, per garantire organizzazione e immagine di livello.
Sono stati eletti giovani professionisti competenti e determinati a portare avanti gli obiettivi dell’associazionismo.
Il direttivo è composto da 4 cittadini vichesi:
Francesco Canestrale (Presidente)
Tecnico Superiore in Local Food Digital Marketing, con specifiche conoscenze delle eccellenze agroalimentari italiane e del territorio di appartenenza, competenze professionali trasversali che vanno dal digital marketing alla pianificazione aziendale, per la valorizzazione del territorio e dei prodotti agroalimentari locali.
Giuseppe Moreschi
Consegue la laurea in Tourism Management presso l'Unimol, con tesi di laurea sperimentale in America Centrale a Panama sull'internazionalizzazione del Made in Italy all'estero.
Lavora e gestisce vari ristoranti tra cui a Miami, in Australia, a Londra e a Medellín.
Sogna di far conoscere la paposcia di Vico del Gargano nel mondo.
Carmela del Conte
Consegue il diploma magistrale in Organizzazione e Marketing per la comunicazione d'impresa ed è Social media manager con esperienza pregressa nel settore del turismo e del marketing territoriale. La comunicazione e l'empatia sono il carburante della vita sociale e lavorativa!
Vincenzo di Noia
Organizza eventi dal 2004 tale passione lo ha spinto a intraprendere un corso di studi in Scienze dell'organizzazione politica e aziendale presso la facoltà di scienze politiche di Bologna nel 2009!
Rientrato a Vico del Gargano ha messo in campo le qualità apprese gestendo attività di organizzazione di eventi con artisti vari e di un certo spessore nel settore giovanile e in contemporanea attività di food & beverage sul territorio garganico da Peschici a Rodi non tralasciando assolutamente il suo impegno e competenze nel suo paese di origine: Vico del Gargano.
La DE.C.O. “Paposcia di Vico del Gargano” designa un prodotto da forno ottenuto da ingredienti semplici (farina di grano tenero, acqua e lievito) che rimandano alla tradizione artigiana e contadina del territorio, le cui prime testimonianze risalgono al XVI secolo. Si tratta di un prodotto da forno lievitato caratterizzato da una forma allungata e dall’assenza di mollica, chiamato anche “pizza a vamp”, ossia cotta con la fiamma (“vamp”) del forno a legna, o “pizza schett”.
Il nome paposcia deriva dall’arabo “babusc”, classica calzatura orientale, che sta dunque ad indicare la tipica forma di ciabatta, o meglio di “babbuccia”, della paposcia.
La paposcia è molto apprezzata per la sua praticità e versatilità, potendo essere farcita in svariati modi in base al gusto dei consumatori, sebbene originariamente venisse condita con formaggio locale grattugiato e olio da olive.
Le prime testimonianze relative alla paposcia risalgono alla fine del XVI secolo, quando si parla della paposcia come un prodotto dalla forma allungata e la cui particolarità è data dalla sua sofficità, dalla leggera croccantezza della crosta esterna e dall’assenza di mollica al suo interno.
Dopo aver tolto l’impasto usato per realizzare il pane, quello che restava attaccato alla madia veniva raccolto ed allungato; tale impasto, infarinato e infornato poco prima delle pagnotte, restava in forno solo pochi minuti. Se la paposcia teneva bene la cottura significava che anche il pane sarebbe stato buono.
La paposcia in principio aveva dunque una duplice funzione: primariamente veniva utilizzata per determinare la giusta temperatura del forno per la successiva cottura del pane, fungeva quindi da “termometro”. Secondariamente, qualora il prodotto ottenuto fosse privo di mollica, soffice e con una crosta croccante, indicava la bontà dell’impasto realizzato.
Dal XVI secolo alla metà del Novecento a Vico del Gargano si usava preparare l’impasto del pane in casa, una volta “trimpato” (impastato) e formato, le forme di impasto venivano portate dalle donne nei forni a legna dislocati in quello che oggi è il centro storico del paese dove, in cambio di un piccolo pagamento al proprietario del forno, ogni donna poteva cuocere il proprio pane. Il fornaio dava la possibilità di cuocere gratuitamente le paposce alle donne che avevano infornato il proprio pane; molto spesso le donne lasciavano tali paposce al fornaio come dono per i contadini meno abbienti i quali, prima di recarsi a lavoro nei campi, passavano al forno per domandare se ci fosse una paposcia per loro. Per tale motivo la paposcia veniva considerato il pane dei poveri.
Anticamente l’impasto veniva preparato con farina, acqua e lievito naturale (“U Luatedd”) e la cottura avveniva in forno a legna a fiamma viva. Successivamente, a partire dalla metà degli anni ’60, con l’avvento dei forni elettrici anche le paposce iniziarono ad esser cotte all’interno di tali forni e in seguito anche nei forni a gas. Anche gli ingredienti nel tempo hanno visto un’evoluzione:
il lievito naturale è stato dai più sostituito dal lievito di birra, lieviti della specie S. Cerevisiae , il quale consentiva una migliore gestione della lievitazione dell’impasto, garantendo di conseguenza l’ottenimento del prodotto con le caratteristiche desiderate: ben lievitato, con assenza di mollica, soffice e con la crosta leggermente croccante.
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