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Liberare le donne...

LIBERARE LE DONNE DALLA VIOLENZA É UN LOTTA CONTRO LE DISUGUAGLIANZE La violenza fisica e psicologica che subiscono le donne in questa società patriarcale, è il segno più evidente e atroce della disuguaglianze tra i generi, ma non è l’unico. Leggi che favoriscono la flessibilità protetta per conciliare i doveri genitoriali con quelli del lavoro, gli investimenti in asili nido, l'allargamento del diritto alla maternità e alla paternità hanno la stessa importanza di leggi che finanziano le case protette (che purtroppo scarseggiano). Le istituzioni non possono limitarsi a tutelare l’integrità fisica delle donne, ma hanno l’obbligo di individuare e rimuovere quegli ostacoli culturali e strutturali che impediscono l’autodeterminazione e il pieno godimento dei diritti fondamentali delle donne.

Da questo punto di vista la questione non è solo giudiziaria e securitaria ma anche culturale.

Ad esempio, dovremmo capire che non c'è niente di male se in una coppia è la donna quella che guadagna di più, che i mestieri così come i compiti domestici non hanno distinzioni genetiche in base al sesso, e che una donna è tale anche se non è madre.

Il 25 novembre deve essere un'occasione per compiere riflessioni più profonde che toccano questioni familiari, relazionali, sentimentali, egualitarie e lavorative, molto più complesse del proclamare "IO DICO NO ALLA VIOLENZA".

Non dobbiamo correre il rischio di trasformare questa giornata in una commemorazione fine a se stessa, o farla diventare un pretesto per coprire con il “rosa” pensieri e politiche conservatrici del pensiero patriarcale.

Per sfuggire alla violenza, alle donne serve l’indipendenza, che si può ottenere tramite un reddito stabile. Una legge sul salario minimo, la stabilizzazione dei contratti e la tassazione degli extra-profitti per calmierare le spese, devono essere argomenti di rilievo nelle discussioni intorno al tema della violenza sulle donne

È importante sottolineare questo aspetto, alla luce della manovra finanziaria 2023 che non prevede nulla di tutto questo, ma che anzi aumenta le agevolazioni alle famiglie numerose e ai matrimoni religiosi, con un neanche tanto implicito riferimento a ruoli novecenteschi riservate alle donne.

L'emancipazione parte dall’indipendenza ma anche dall’educazione.

Bisogna porre attenzione al linguaggio, ai modelli di riferimento e agli argomenti. Non può essere un tabù discutere di educazione sentimentale, a maggior ragione nella scuola dell’obbligo. Tutto quello che riguarda i sessi e il sesso, il corpo e i generi, condiziona la nostra vita e ci da la misura di come relazionarci con la vita degli altri. Una maggiore consapevolezza riguardo a questi argomenti, serve a costruire rapporti sani e rispettosi verso se stessi e la propria comunità. Discutere in maniera ampia e approfondita della violenza sulle donne, è un modo per osservare la realtà, perchè aiuta ad individuare gli ostacoli da abbattere per l’ottenimento della piena uguaglianza di chiunque è posto ai margini della società.


Tommaso Pio dell'Aquila



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