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Mi chiamo Leonardo Binetti...

Una lettera giunta in redazione ed è già empatia.

Nasce così la prima puntata di Fuori...traccia. Scaricate il video e buona visione!



Mi chiamo Leonardo Binetti. Sono un ex-cittadino di Vico del Gargano, figlio di Pino Binetti, Paola del Viscio e nipote di Miucc d Champl. Risiedo a Edimburgo (Scozia, Regno Unito),dal 2015 e lavoro come Docente Associato all’ Edinburgh Napier University, dopo aver conseguito una specialistica alla stessa universita’ in Ingegneria dei Materiali.

Al corso di specialistica dove mi laureai, ora insegno “Smart Materials” ovvero “Materiali Intelligenti” -quali memory-forme-, e “Materiali Metallici” -quali acciaii e leghe-. In aggiunta, sto approfondendo la ricerca nel campo delle fibre ottiche, con l’obbiettivo di ridurre lo spreco dei materiali utilizzati nel settore della Biomedica. Sono inoltre Rappresentante del Dipartimento di Ingegneria.

Ad oggi, sono impegnato a dirigere un progetto di livello Internazionale, per il quale sono coinvolte Universita’ del Regno Unito, Europa e Canada. Questo progetto, assieme ad altri, hanno fatto si che io potessi godere di una notorieta’ alla quale mai avevo pensato prima. Mi hanno permesso di crescere, mi hanno addirittura portato a vincere.

Ed e’ parlando di vittoria che sono arrivato qui oggi. Appena pochi giorni fa, il 2 Dicembre 2020, ho raggiunto un nuovo traguardo: Prima Posizione nella competizione “Best Paper Award 2019-20” (Miglior articolo scientifico 2019-20) nel campo Ingegneristico Universitario. E’ stata una soddisfazione immensa poiche’ la vittoria comportera’ un notevole peso alla reputazione Scientifica.

Da come si potra’ evincere dal testo, ho ricevuto molte soddisfazioni e gratifiche durante il mio percorso Accademico. Sono felice dei miei grandi traguardi, ma...vincere per me ha un ulteriore significato.

Delusione. Delusione perche’ sento di contribuire al progresso Scientifico di una Nazione di cui non mi sento figlio. Delusione perche’ QUEI premi e QUEL merito non aiutera’ il mio Paese d’origine.

Mi domando sempre “Perche’ non sono stato rispettato, voluto, e acclamato quando ero in Italia?”.

Il mio attuale gruppo di ricerca non vuole che io vada altrove. Perche’ l’Italia non fa lo stesso?

Io, da “cervello in fuga” mi sento di dire che, ad ogni Italiano che scappa, la Nazione subisce una grandissima perdita. E sono sicuro che, se tutti questi cervelli potessero avere una possibilita’ in Italia, l’Italia stessa potrebbe divenire il paese migliore al mondo! E lo dico con le lacrime agli occhi.

P.S. Non mi sono adattato all’ Huggis e al pure’ di rape.

La Paposcia Vichese manca tantissimo!





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