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Quello che mai avremmo voluto vedere …

Quello che mai avremmo voluto vedere …


La guerra raccontata dai nonni, suggestionava molto la fantasia di noi ragazzini, loro erano restii nel raccontare le vicende vissute sui campi di battaglia, in trincea; erano scampati a mille perigli, alla morte e in loro conservavano brutti ricordi se non addirittua incubi. Ci piaceva ascoltare i loro racconti addolciti per non spaventarci, per noi erano degli eroi. E la storia scritta dai vincitori per anni ha rappresentato, la guerra combattuta sui campi di battaglia fra eserciti, che si fronteggiavano, ma non il dramma delle famiglie, dei vecchi, quello dei bambini. La pandemia di spagnola assesto a conclusione del primo ventennio del secolo scorso il colpo fatale.

La tragedia del secondo conflitto mondiale si abbattè sull’Europa e l’intera umanità con una

brutalità inaudita. Il numero di vittime fu elevatissimo non solo sul campo fra gli eserciti ma anche fra le popolazioni civili. Le riprese fatte dagli operatori di guerra, dai partigiani e dai civili rendono testimonianza del pesante costo pagato, in special modo dalla povera gente e in particolare dalle donne dai bambini dai vecchi.

Il lungo periodo trascorso dal 1945 ai giorni nostri, non è stato scevro da conflitti scaturiti fra

nazioni o al loro interno, come guerre civili fra opposte fazioni per il controllo del potere, E, le grandi potenze internazionali, indotte da lobby di mercato, non sono rimaste estranee a questi giochi al massacro. Certo, una guerra ha effetti economici rilevanti nel settore dell’industria bellica, farmaceutica e poi nella ricostruzione. Quanta dipendenza economica e politica sono capaci di generare una guerra!

Gli ultimi conflitti [guerra in Iraq ecc.] ci hanno fatto assistere a situazioni umane, terribili al solo pensiero come fosse la partecipazione a una partita al play station. C’è stata una

spettacolarizzazione di un qualcosa che non è uno show al quale si può partecipare o assistere, comodamente in poltrona. L’urlo di una sirena in una situazione di guerra è preannuncio di morte, una scia di luce cadente non sono le stelle della notte di san Lorenzo ma bombe che portano distruzione e morte.

In questi giorni le immagini che stiamo ricevendo dagli inviati in Ucraina e tramite i social, ci fanno vedere una guerra alle porte di casa nostra, con una sensazione emotiva, finora impensata [un effetto, che stranamente non ha provocato il conflitto nei Balcani].

L’azione brutale attuata contro lo stato dell’Ucraina e la sua recente democrazia, sono l’ennesima violazione del diritto internazionale di uno stato ma ancor più la violazione dei diritti della persona e maggiormente dei bambini delle donne e dei vecchi.

Nessuno ha il diritto di sopprimere il futuro della bimba nata la scorsa notte nella metropolitana di Kiev [ nel Vangelo leggeremmo “ perché per lei non c’era posto nell’albergo”].

Le immagini di un bimbo in lacrime, in un rifugio antiaereo, che dice io non voglio morire mentre si sentono esplosioni, sono quelle che non avremmo mai voluto vedere.

Nicola Parisi



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