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Cosa c’è da sapere ancora sull’acqua di rubinetto

Intervista al dott. Antonio Giuliani, Dirigente medico e Specialista in Chirurgia Generale. Docente Università degli Studi di L’Aquila.

In estate, lo sappiamo bene, l’acqua è un bene ancora più prezioso.

Ne abbiamo parlato con il prof. Antonio Giuliani, noto chirurgo vichese.


Ma l’acqua di rubinetto è buona? Fa venire i calcoli renali?

“La calcolosi o litiasi renale è una condizione molto comune dovuta alla formazione di calcoli renali a causa dell’accumulo di sali minerali ed altre sostanze presenti nelle urine, come il calcio, l’acido urico e il fosfato di ammonio-magnesio. Lo spostamento dei calcoli renali lungo le vie urinarie si manifesta con la colica renale, che viene descritta dal paziente come il dolore peggiore mai sentito che dalla regione lombare si irradia all’addome e all’inguine. Inoltre, si associano anche altri sintomi come nausea, vomito, difficoltà ad urinare, alterazioni del colore e dell’odore delle urine e presenza di sangue nelle stesse.

C’è correlazione e differenza tra l’utilizzo dell’acqua di rubinetto o in bottiglia e l’insorgenza di calcolosi?

Per quanto riguarda l’acqua di rubinetto, la sua composizione chimica può variare notevolmente a seconda della fonte e del processo di trattamento utilizzato dalle compagnie idriche locali. Infatti le percentuali del contenuto in calcio, magnesio, sodio e potassio possono essere considerevolmente differenti tra un luogo ed un altro. Tuttavia questa considerazione è altrettanto valida per l’acqua in bottiglia, il cui famoso “residuo fisso” è differente a seconda dell’azienda di imbottigliamento e, anche in questo caso, della fonte.

Ad oggi non c’è nessuna base scientifica che confermi effettivamente una correlazione diretta tra i due eventi. Anzi, molti studi scientifici hanno demolito il falso mito che l’acqua cosiddetta dura, cioè ad elevato contenuto di calcio e magnesio, di rubinetto o in bottiglia, possa aumentare il rischio di calcolosi. In realtà la patologia litiasica renale è una condizione patologica multifattoriale, determinata quindi da dieta, stile di vita, età, sesso e fondamentalmente da predisposizione genetica. Inoltre, non solo una buona idratazione aiuta a prevenire la formazione di calcoli renali, ma il contenuto di calcio nell’acqua potabile contribuisce all’apporto necessario di questo minerale nella dieta e, a dispetto di quanto si possa credere, riduce più l’efficienza dei nostri elettrodomestici che quella dei nostri reni”.


Perché gli italiani preferiscono l’acqua in bottiglia?

“In Italia la maggior parte delle famiglie preferisce l’acqua in bottiglia a quella di rubinetto: siamo il primo Paese in Europa e il secondo al mondo per vendita e consumo di acqua imbottigliata. Questa condotta ha, innanzitutto, un impatto significativo sull’ambiente, sia per quanto riguarda le conseguenze disastrose per i nostri mari, sia per la produzione e per lo smaltimento di plastiche e conseguente produzione di anidride carbonica. Soprattutto, non si tiene conto di quanto questo tipo di consumo sia ingiustificato! L’Italia è un paese ricco di sorgenti d’acqua, circa 700 (secondo l’Istat del 2017), distribuite in diverse regioni, in particolare Abruzzo, Molise, Puglia, Trentino-Alto Adige, Piemonte e l’acqua destinata al consumo alimentare è sottoposta a stringenti protocolli di controllo qualità regolamentati dal Decreto Legislativo n.31 del 2 febbraio 2001. Ogni giorno e periodicamente vengono eseguiti decine di controlli per garantire la qualità e gli standard di sicurezza che rendano l’acqua potabile, tramite analisi chimiche (pH, torbidità e cloro residuo, ammonio, conducibilità, sostanze organiche etc) e microbiologiche per rilevare la presenza di batteri o sostanze contaminanti come metalli pesanti e pesticidi. Queste misure permettono chiaramente di garantire una salubrità dell’acqua che si beve dal rubinetto e spesso le alterazioni organolettiche della stessa sono dovute alla scarsa manutenzione degli impianti idrici domestici e non dalla sua scarsa qualità. L’acqua in bottiglia, invece, può subire delle alterazioni a contatto con la plastica, con il rischio di contaminazione con microplastiche, proliferazione batterica, modificazioni del colore e dell’odore per il rilascio di sostanze chimiche soprattutto a seguito di esposizione prolungata a fonti di calore. Per questo motivo per imbottigliare l’acqua è preferibile l’utilizzo di vetro o alluminio (scelta impossibile per costo ed impatto ambientale) e quindi è importantissimo in generale farne un consumo più consapevole”.


Cosa consiglierebbe ai suoi lettori?

“Alla luce di queste considerazioni è bene sottolineare quanto un singolo fattore spesso in medicina non costituisca di per sé la causa di una patologia, tantomeno quando non è stato dimostrato alcun nesso causa-effetto. Curare lo stile di vita nella sua completezza è la chiave nella prevenzione della maggior parte delle condizioni morbose e se le nostre scelte si accordano con la salvaguardia del nostro benessere e dell’ambiente il guadagno è del singolo e della collettività.

Bevete l’acqua dell’acquedotto Pugliese: è gratis, è sana e non fa venire i calcoli renali”.


Intervista ad Antonio Giuliani

Hanno collaborato:

Dott.ssa Martina Padula

Antonio Laido’





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