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Di padre in figlio: la famiglia Basile, allevatori per passione!

Quando l’amore unisce...

Generazioni di allevatori hanno tramandato l’amore per gli animali oltre ad un mestiere antico e importante per i nostri territori.

Il Gargano dei primi del ‘900 vantava tanti piccoli allevamenti che erano sostentamento, sopravvivenza e commercio, in un territorio lontano dalle dinamiche produttive, dai primi moti industriali e dalle distrazioni cittadine. Nonno Michele viveva e lavorava a Carpino.

La vita in campagna era scandita da ritmi naturali. Il sole, la luna, il vento, le stelle, il «rumore» delle stagioni con la flora e la fauna e quello dei «campanacci», testimoni sonori di mucche e capre al pascolo.

Quella che state leggendo è la storia di un’intera famiglia: nonno Michele il capostipite, papà Nicola e il «nostro» Michele, giovane erede che ha fortemente creduto nei valori fondanti ricevuti sin dalla tenera età e la sua compagna Alessia.

Papà Nicola, anche lui sin da giovanissimo aveva manifestato grande passione per gli animali, guidato dal suo maestro che era anche veterinario. Quando decise di ingrandire la propria azienda con l’acquisizione di una grande fetta di territorio, le «Mannarelle» in agro di Vico del Gargano, determinò anche la scelta del suo figlio maschio.


LA STORIA DI MICHELE

Il figlio maschio è proprio Michele, il ragazzo a cui non piaceva la scuola ma che adorava le galline e le mucche del papà e con cui trascorreva ore e ore in loro compagnia tanto da allertare la mamma, quando ormai sera, rientrava a casa in bicicletta, sempre con notevole ritardo.

«A quell’epoca non c’erano telefonini, commenta Michele con aria sorridente e con quel piglio sicuro e fiero da giovane determinato, ed io non mi rendevo conto del tempo che passava, «incantato e affascinato» da un mondo che mi apparteneva sempre di più e che sentivo mio».

Gli anni passano in fretta, Michele parte per il servizio militare di leva con la disperazione nel cuore, pur sapendo di lasciare i suoi animali in mani sicure come quelle del padre Nicola. Il suo primo pensiero quando telefonava a casa era per i suoi «animali» e contava ogni giorno le ore che lo separavano dalla licenza.

«Ho sviluppato e fatto crescere la mia azienda con grandi sacrifici, lavorando anche la terra, altra mia passione. Ho cercato di coniugare gli insegnamenti severi di mio padre che hanno formato il mio carattere alla responsabilità e alla rinuncia, con la realtà dei giorni nostri, e non sempre è stato facile. Anzi.» Commenta così il «nostro Michele», che sottolinea: «I giorni di festa sono per noi allevatori, giorni normali e potete capire benissimo il motivo. Il rosso sul calendario non è un colore che i nostri amici a quattro zampe riconoscono. Ma il nostro lavoro è anche il nostro mondo e lo viviamo con serenità, consapevoli sin dal principio. Allargare gli orizzonti e la fruibilità del mio impegno giornaliero ha significato anche condividere questo «paradiso» con gli altri, con la mia gente e con i turisti. E’ nata così la mia idea di agriturismo nel cuore della natura incontaminata del Gargano. Offrire i migliori prodotti della terra a chi ha la fortuna di venirci a trovare. Dopo due anni di fermo dovuto alla pandemia, finalmente si ricomincia!»

Nelle parole di Michele, tutto lo slancio e la voglia di fare per dimostrare che i sacrifici ripagano con grandi soddisfazioni, le tante privazioni.


UN AMORE GRANDE LEGA LE PASSIONI

«La mia fortuna è stata anche quella di conoscere Alessia, la mia compagna da oltre due anni, una ragazza di 26 anni che lavorava come sarta fino a poco tempo fa. Poi l’amore ha fatto il resto...»

Negli occhi di Michele, sorridente e visibilmente contento, la gioia immensa nell’aver trovato un valido aiuto ma soprattutto la condivisione di un «sacrifico» dettato dal cuore, che fa dimenticare la fatica e le difficoltà, e rappresenta un’iniezione di fiducia per i progetti futuri professionali e di vita.


ALESSIA, NON SOLO AMORE...

«Due anni fa circa ho conosciuto Michele. Sono sempre stata affascinata dal suo lavoro anche se non avrei mai pensato fosse così duro fare l'allevatore. Lui accudisce le sue creature come fossero dei figli e questo mi ha colpito molto. Ho deciso di lasciare il mio lavoro da sarta e dedicarmi a lui e a questo mondo faticoso ma bello. Non pensavo che le mucche fossero animali tanto intelligenti. Ho imparato a sapermi avvicinare e Michele mi trasmette giorno per giorno la passione per questi esseri viventi.»

Le parole di Alessia sono pietre scolpite, che restano impresse e fanno riflettere sul ruolo dei giovani e del loro voler «esserci», contribuendo a scrivere pagine di storia e di vita.

«Michele cerca sempre di dare ai suoi animali tutti i comfort possibili; facciamo la transumanza nei periodi più freddi dell'anno per non far mancare alle mucche erba verde e fresca e per non farle patire le temperature basse dell'inverno e il caldo torrido dell'estate. Attenti e vicini quando partoriscono, così da essere pronti per ogni evenienza, viviamo l’evento con grande trasporto emotivo. Più guardo il suo lavoro e più lo stimo come persona, con la sua capacità di trasmettermi la sua incredibile dedizione, passione e forza di volontà. Mi ha insegnato a mungere, a fare il caciocavallo e le mozzarelle. Quando le fa lui mi sembra tutto facile, poi quando ci provo io, mi rendo conto invece di quanto sia complicato. Ma voglio diventare brava come lui imparando tutto il necessario per poterlo accompagnare negli anni che verranno. Quello che mi auguro e che tutti i progetti che abbiamo in mente si possano realizzare, anche se sarà faticoso non importa e spero che questa piccola azienda possa diventare una grande realtà.»


Ed io spero che la storia di Michele e Alessia possa viaggiare «oltre» i confini delle Mannarelle ed essere da esempio per tanti altri giovani.


articolo a cura di Michele Lauriola







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