La crisi che attanaglia da anni l’Italia e che trova ispirazione massima nella guerra e nel post covid, non lascia spazio all’improvvisazione.
Abbiamo finalmente un governo nazionale voluto dal popolo.
Sappiamo bene che nessuno ha la bacchetta magica e che può risolvere tutto e subito, ma alle parole devono seguire i fatti.
Dobbiamo pazientare, (spero non molto) ma anche cercare di difendere la nostra microeconomia familiare e pensare allo sviluppo della collettività.
Più riusciamo a coinvolgere i privati e gli operatori economici in dinamiche di produttività, servizi e commercio, più alziamo il livello di offerta e di accoglienza.
C’è bisogno di uno sforzo maggiore e di un connubio pubblico-privato come non mai.
Trovo molto interessante l’idea di aver incentivato con un contributo economico, chi aprirà un’attività nel centro storico e la manterrà per almeno cinque anni. Sicuramente i nostri amministratori pensano al borgo antico come volano di crescita, ma occorre anche maggior tutela e valorizzazione.
Il coraggio ha prevalso sull’atavica rassegnazione: hanno ottenuto il contributo ben sette ditte! I nomi sono stati pubblicati sull’Albo Pretorio del Comune.
Il costo del pellet è arrivato alle stelle, molti sono ritornati alla vecchia stufa a legna, al nocciolino e alle sagge pratiche contadine.
Non sprecare è il primo passo per guadagnare ma bisogna dare certezze ai cittadini, magari riscoprendo gli antichi mestieri nei boschi e la fruizione a scopo di reddito della cara Foresta Umbra.
Le aspettative del popolo sono foderate di sufficiente fiducia, ma non bisogna abusarne.
Intanto ci sono i primi vagiti in vista delle elezioni comunali della primavera 2023.
Il silenzio è stato rotto da Eduardo Tomaiuoli, Daniele Cusmai e Lello Sciscio.
Seguiremo con attenzione tutte le dinamiche che ci condurranno al voto...
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