Riceviamo e pubblichiamo
Il Parco Nazionale del Gargano è nato da un comitato di cittadini che col Professor Sabino Acquaviva (il compianto sociologo di Padova) dopo un iter lungo e faticoso raggiunse la sua realizzazione. Sul nostro cammino incontrammo Antonio Cederna (il primo a parlare di ambiente in Italia), Gianluigi Ceruti (il padre della legge sui Parchi) ed altri uomini di cultura.
Io non appartenevo a nessuna associazione, oggi voglio parlare come allora anche a nome di quelle persone che credettero in quel progetto e capirono che il territorio del Gargano andava tutelato.
Primo fra tutti penso a Filippo Fiorentino lo storico del Gargano che conosceva e amava la sua terra a cui ha dedicato approfonditi studi e bellissimi testi. Oggi si sta tentando di distruggere quello che faticosamente è stato costruito illudendo i cittadini con progetti irrealizzabili, enfatizzando bisogni urgenti: arrivare 10 minuti prima sul posto di lavoro, mentre sul Gargano ci sono gravi carenze strutturali penso agli ospedali, ai collegamenti tra un paese e l'altro tra la montagna e il mare.
Il territorio del Gargano non ha la vocazione alla velocità; il turista che arriva vuole vivere questo microcosmo irripetibile abbracciando con lo sguardo laghi mare montagne faggete.
E non perdersi in inquietanti buie gallerie. Il viaggio è più importante della meta.
Ferire la roccia, distruggere le pinete è un utopia in un territorio fragile dalla morfologia così tormentata può determinare disastri idrogeologici che già puntualmente avvengono con le acque alluvionali.
Ai cittadini del Gargano voglio dire: “non permettete a nessuno di distruggere il vostro capitale che è solo un prestito da restituire alle generazioni future”.
Menuccia Fontana
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