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L’Alba di una nuova Pasqua

L’Alba di una nuova Pasqua - La Settimana Santa di Vico del Gargano - .

In questi due anni trascorsi sotto la cappa della buia notte della pandemia le strade del centro storico di Vico del Gargano, sono rimaste silenzione durante la Quaresima e deserte nella Settimana Santa. Ora, pur alla presenza di ombre minacciose per la Pace nel mondo, ci sforziamo di tornare a una vita fatta di normalità e alla preghiera di lode e di ringraziamento.

Quest’aria nuova si percepisce e si respira in queste domeniche di primavera che tarda ad arrivare sulla montagna del Gargano, passeggiando per le vie del Centro Storico di Vico del Gargano, la domenica verso l’imbrunire, dov’è possibile vivere momenti di soave delizia.

In quest’angolo di terra, si odono le Stationes della Via Crucis, accompagnate dal suono dell’organo, che la tradizione popolare ha collocato non di venerdì bensì, di domenica per consentire a tutti –contadini e borghesi, poveri e ricchi- di poter prendere parte alla pia devozione. Le Confraternite interpretano la pia devozione del cammino di Gesù verso il Golgota, accompagnandola con il canto e facendola culminare con l’interpretazione a due cori dei versi dell’inno all’Addolorata Ai tuoi piedi o bella Madre. Quando è già sera, ai crocicchi delle strade i confratelli intonano il Miserere, annunziando ancora oggi, a tutta la comunità dei credenti, con i loro cori, per le strade del paese, di preparare il loro cuore a una vita nuova per accogliere Cristo Risorto.

La pietà popolare, nel repertorio musicale ha accolto ed elaborato nel tempo le composizioni musicali, del ricco repertorio dei canti di Passione (Oh fieri flagelli, Gesù con dure funi, Ai tuoi piedi o bella Madre, Il capo di Gesuje di spine incoronato e la cantilena di E lu Venerdì Sant’). Al repertorio classico, di Haydn e Niccolò Jiommelli sulle sette parole di Gesù sulla Croce, s’ispira la composizione musicale del maestro Raffele Buonomo che accompagna la funzione dell’Agonia nella chiesa del Purgatorio, il pomeriggio del venerdì Santo.

L’impegno ispirato a devozione nella Settimana Santa coinvolge le confraternite e anche le famiglie di chi fa capo ai pii sodalizi. Le famiglie partecipano mediante la preparazione del grano per i sepolcri, con la cura degli abiti confraternali dei mariti e dei figli e ancor più alcune nella cura della veste luttuosa delle Addolorate, la cui vestizione è un vero rito riservato.

Ritornando al canto, Il Miserere accompagna poi ogni momento rituale della Settimana Santa e trova il suo culmine nelle processioni del Venerdì Santo. Il giorno più lungo dell’anno, dalla sera del giovedì alla sera del Venerdì, è colmo di momenti liturgici e di devozione elaborati dalla pietà popolare, che fanno di Vico un vero luogo dello Spirito. Dopo la Messa in Coena Domini, una moltitudine di fedeli e di curiosi si sposta da una chiesa all’altra per visitare i Sepolcri e partecipare al Pianto della Madonna, accompagnato dal coro delle donne, oppure per mettersi in ascolto dell’Uffizio delle Tenebre intonato dai confratelli nelle rispettive chiese. Al mattino di buon ora le processioni delle Madonne con il Cristo morto incedono per le vie del paese intonando i versetti del Salmo di Davide meglio conosciuto come Miserere. Nel pomeriggio quasi senza soluzione di continuità, si sussegue l’Adorazione della Croce, l’Agonia e al culmine la maestosa processione al Calvario dell’Addolorata in sontuoso abito del lutto e il Cristo Morto dei Cinturati di Sant’Agostino e Santa Monica. In un lungo corteo tutte le confraternite, il clero, una fiumana di fedeli, di turisti e di curiosi, tutti in cammino vero il colle del Carmine dov'è simbolicamente il Calvario La processione penitenziale avanza lentamente e il mesto canto si leva potente lungo tutto il percorso. Giunti al Calvario la visita alle cinque croci - poste simbolicamente a rappresentare le piaghe di nostro Signore- si svolge nel silenzio con la preghiera intonata dal sacerdote Io, ti adoro Santa croce duro legno della Croce io ti adoro con la voce ….alla quale risponde il popolo: alla quinta croce, terminata l’orazione, si assiste a un’esplosione di voci che intonano all’unisono i versetti del canto Evviva la Croce, un vero e proprio grido liberatorio. La mestizia che ha caratterizzato tutta la giornata, a un tratto sembra scomparire: domina un sentimento di gioia.

Il cammino del Venerdì Santo con le sue processioni è paragonabile al culmine di una salita in cima alla montagna, l’aver raggiunto la vetta non rappresenta la fine del percorso, perché segue la discesa della letizia nell’alba della Resurrezione.

La Settima Santa di Vico del Gargano, è il risultato della somma di fede, devozioni e quindi della pietà popolare di una comunità di fedeli che, nel tempo ha interiorizzato il messaggio evangelico rielaborandolo e adattandolo alle proprie condizioni sociali e culturali. Un patrimonio di fede vivo, mai cristallizzato nel tradizionalismo, pulsante tuttora negli anziani e nel cuore dei giovani, che rendono sempre vive le confraternite.

Nicola Parisi

(Foto Vincenzo Di Stefano)




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