“Insieme ad alcuni colleghi deputati ho presentato una interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, e al Ministro dell’economia e delle finanze per conoscere quali misure si intende adottare per il Mezzogiorno. Alcuni organi di stampa meridionali, a cominciare da TeleNorba, hanno stigmatizzato il documento del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica del Governo diretto dal sottosegretario Mario Turco mettendo in luce la presunta sospensione dell’articolo 7-bis della Legge 18 del 27 febbraio 2017 che attende ancora di essere applicata, che impone allo Stato di desinare alle regioni del Sud il 34% delle risorse ordinarie. L’applicazione della Legge è prevista anche dal Piano per il Sud diventato operativo con l’attività del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano. La mancata applicazione della legge, dal 2017 al 2019, in tre anni ha già prodotto per il Sud una sottrazione di 21 miliardi. Vogliamo conoscere la verità: è vero che l’articolo di legge sarà sospeso per non vincolare risorse per il Sud? Il sottosegretario ha già dichiarato che non sarà così, ma con la mia interpellanza, avremo risposte certe ed ufficiali”. È quanto dichiara l’onorevole del M5S Giorgio Lovecchio, segretario della Commissione Bilancio e membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. “L’impatto della pandemia per l’economia del Sud potrebbe essere molto alto per il turismo e per l’attrattività delle regioni meridionali- aggiunge il deputato pentastellato- occorre mettere in campo tutti gli strumenti di conoscenza dei territori meridionali in modo da attivare una sospensione del criterio di riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti, consentendo all’Autorità Politica la valutazione delle zone ove concentrare la maggior quantità di risorse per investimenti in considerazione del mutato scenario sociale e produttivo. La politica, come ha suggerito De Rita del Censis dovrà interrogarsi su come risalire il gradino che tutto il Paese è costretto a scendere ma che per il Sud potrebbe essere esiziale, incidendo in maniera drammatico sotto il profilo sociale”. L’interpellanza dei deputati tocca anche il tema dell’emigrazione ospedaliera dei ricoverati al Sud verso le regioni del Centro-Nord, stimata dal rapporto Svimez del 2019 intorno al 10%. “Un’altra nostra proposta- aggiunge il parlamentare del M5S- è quella di istituire un fondo per la realizzazione di interventi finalizzati al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi digitali del Paese anche in ordine alle politiche sanitarie”. Di seguito il testo integrale dell’interpellanza Interpellanza: I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per il sud e la coesione territoriale, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che: il decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante « Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno », convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18, ha introdotto, all’articolo 7-bis, un principio di riequilibrio territoriale riferito agli stanziamenti in conto capitale delle amministrazioni centrali, nella percentuale del 34 per cento. A seguito delle modifiche intervenute con la legge 30 di- cembre 2018, n. 145, articolo 1, commi 597, 598 e 599, si è provveduto a prevedere che le risorse aggiuntive per la politica di coesione siano assegnate secondo le differenziabilità presenti nei territori del Sud con l’obiettivo di favorire il riequilibrio territoriale delle diverse zone del Paese; il dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri ha redatto una bozza di documento di sintesi delle azioni di Governo di risposta al Covid-19 nella quale sono state elaborate una serie di proposte da attuare al fine di poter rispondere alle drammatiche conseguenze derivanti dalla pandemia; nel documento, tra le proposte avanzate dal dipartimento, vi è quella in merito alla sospensione della regola di destinazione del 34 per cento degli investimenti a valere su risorse ordinarie al Sud. Si evince dal testo che « a seguito dell’esplosione della crisi sanitaria e delle sue conseguenze economiche nel Paese si rende necessario operare una sospensione del criterio di riparto delle risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti, consentendo all’Autorità Politica la valutazione delle zone ove concentrare la maggior quantità di risorse per investimenti in considerazione del mutato scenario sociale e produttivo »; il suggerimento di modifica dell’articolo 7-bis del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18, rischierebbe di penalizzare l’economia meridionale che da anni si trova in una situazione di profonda crisi; il rilancio degli investimenti al Sud risulta imprescindibile, soprattutto in un periodo di profonda crisi come quello che si sta vivendo oggi. L’assistenza sanitaria nel Mezzogiorno non è uguale a quella del Nord. Le profonde diseguaglianze che da sempre caratterizzano la parte meridionale del Paese sono un elemento di gravità assoluta. Secondo il rapporto Svimez 2019, l’emigrazione ospedaliera dei ricoverati al Sud verso le regioni del Centro-nord è circa del 10 per cento e il numero dei posti letto è nettamente inferiore; un’altra proposta presente nel documento è quella di istituire un fondo per la realizzazione di interventi finalizzati al potenziamento e all’adeguamento delle infra-strutture e dei servizi digitali del Paese. Le relative coperture prevedono, in alternativa, l’utilizzo delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione non ancora programmate, sottolineando la necessità di un processo di ricognizione dello stato di attuazione degli interventi degli uffici del Ministro per il Sud e la coesione territoriale; inoltre, è necessario considerare che gran parte delle regioni del Sud vivono di turismo, ad oggi, un settore fortemente compromesso. Il rischio di paralisi dell’economia della parte meridionale del Paese potrebbe creare molteplici problemi che devono essere affrontati nell’immediato –: se il Governo intenda chiarire la sua posizione riguardo ai fatti esposti in premessa al fine di evitare che le diseguaglianze del Paese siano accentuate ancor di più e, al contempo, se non intenda elaborare strategie riguardo al riparto delle risorse che non penalizzino ulteriormente il Meridione incentivando gli investimenti nelle regioni del Sud.
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