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Immagine del redattoreMichele Lauriola

Un pensiero per i nostri cari

Ottobre ci lascia con il vento caldo dell'estate.

Tra qualche giorno ripeteremo un rito antico, tra fiori e lumini, marmi lucidati e lacrime d'ordinanza.

Vecchi e nuovi ricordi ci faranno rivivere tempi passati, incontrare amici, conoscenti, semplici compaesani che salutavamo spesso sui marciapiedi del corso principale.

Una sosta breve o prolungata in relazione alla parentela, all'amicizia più o meno stretta, al rispetto tra famiglie, alla comparizia e al dispiacere.

Un volto che stupisce, una lapide che spicca, un testo curioso a narrare le gesta in vita e tanti volti tristi di persone che lentamente si muovono tra i "letti a castello".

Alcuni scocciati, altri impauriti, molti intristiti.

Ogni anno sempre più di fretta.

Una preghiera, un segno della croce e un passaggio dall'altro lato del cimitero.

Da un po' di tempo non vedo più alcune nonnine che puntualmente incontravo vicino la fontana nella zona nuova.

Non vedo più alcune mamme sedute davanti i propri figli: la più tremenda delle vicende umane, contro natura e contro ogni ragionevole pensiero umano.

Il tempo passa in fretta...

Guardando le loro giovani immagini in foto ceramica ho pensato all'ingiustizia terrena ma soprattutto a quella divina.

Data di nascita e morte stampata in lettere cubitali, ben impresse e visibili agli occhi dei visitatori.

Faccio sempre due conti per capire l'età in cui la persona ha lasciato questo mondo e mi sorprendo davanti le solite tombe nonostante siano immutate da anni.

Abbiamo dedicato un mese intero ai nostri defunti ma in verità ci andiamo solo un giorno.

Dicono che è la loro festa.

Ormai ho solo dubbi.

Anzi, sono certo di una cosa sola: dobbiamo festeggiare in vita i nostri cari e pensare a quella meravigliosa poesia del grande Antonio de Curtis in arte Totò.

Sì proprio quella, avete indovinato.

Dove ogni titolo si azzera, ogni conto in banca cambia proprietario e non vale nessuna raccomandazione.

La stessa che in vita ha fatto "miracoli", come d'incanto perde tutta la sua efficacia.

È tutto "livellato," come un pavimento appena montato in cucina.

La morte è solo un motivo per raccontare alla gente che in fondo non era una cattiva persona.

La morte è sapere che non si verrà mai dimenticati e forse nemmeno giudicati.


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