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Con la Settimana Santa di Vico del Gargano nel ♥️

Con la Settimana Santa di Vico del Gargano nel ♥️

- XVII MOMENTO -

Le processioni del Venerdì santo vichese avrebbero popolato tutto il mattino del nostro paese. Tutti i cortei si sarebbero recati alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli del Convento dei Cappuccini. Lì si sarebbero incontrate alcune Addolorate. Oggi siamo idealmente tutti lì, davanti a Loro. Dal Convento ogni processione avrebbe fatto rientro alla propria chiesa intonando l’inno del Pange Lingua concludendo il lungo mattino del Venerdì santo vichese.



-XVIII MOMENTO-

Alle tre di pomeriggio, nella Chiesa del Purgatorio, si sarebbe celebrata l’«Agonia» con l’atteso commento del padre predicatore alle sette parole di Gesù sulla Croce, intervallato dal canto dei confratelli, delle sette frasi di Cristo in Croce. L’«Agonia» è preceduta dalla Celebrazione della Passione di Nostro Signore: la liturgia della Parola, l’Adorazione della Croce e la distribuzione dell’Eucaristia, cioè tutto ciò che i vichesi definiscono «messa pazza» o dei «presantificati», ciò in ragione del fatto che il Venerdì Santo è un giorno “a-liturgico”, senza cioè lo schema solito della messa, mancando il momento della consacrazione Eucaristica.



- XIX MOMENTO -

Siamo giunti a uno dei momenti culminanti e più sentiti di tutto il Venerdì Santo vichese. Tutte le confraternite si riuniscono in Chiesa Madre per formare un unico lungo corteo, separate tra loro solo da una croce. Una lunga processione tra le più imponenti e impressionanti del Meridione d’Italia. Anche oggi la Confraternita di San Pietro avrebbe aperto il corteo seguita dalla Confraternita dei Carmelitani Scalzi, dall’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, dalla Confraternita dell’Orazione e della Morte e, infine, dalla Confraternita dei Cinturati di Sant’Agostino e Santa Monica, custode del Cristo Morto venerato nella Chiesa di San Giuseppe che i confratelli avrebbero portato a spalla. A seguire la Madonna Addolorata della Chiesa Madre e tutto il popolo. Ci manca questo momento. Pare così di vedere l’Addolorata, lì in alto, con il suo lungo fazzoletto ricamato tra le mani, sopra tutto il popolo che la fissa con i suoi occhi. Pare di sentire tutte le confraternite intonare, ognuna per proprio conto, un unico, mesto, grandioso, tonante, Miserere, uno dei protagonisti assoluti del Venerdì Santo vichese. Abbiamo realizzato un piccolo filmato inedito della processione fino al suo arrivo in zona Carmine a cui seguiranno altri. Segue un altro post di questo momento con una foto inedita.


-XX MOMENTO -

La lunga processione anche oggi sarebbe giunta nel quartiere del Carmine, in un luogo che i vichesi chiamano “il Calvario”, dove sono disposte cinque croci, come le cinque piaghe di Gesù Cristo. È qui che tutto si sarebbe fermato. L’Arciprete davanti a ogni Croce avrebbe recitato le preghiere e un versetto antico: «Io ti adoro o Santa Croce, duro legno del mio Signore; io ti adoro con la voce, io ti adoro Santa Croce». Sull’ultima Croce, la Madonna Addolorata avrebbe ritrovato suo Figlio. Su questa Croce si sarebbero aggrappate le mani del popolo. Ma sta per accadere qualcosa d’insolito, di unico, a tratti sconvolgente. L’Arciprete ha appena finito la sua ultima preghiera, ed ecco subito i primi segni di una metamorfosi del dolore in gioia, esultanza. Qualcuno del popolo comincia in maniera del tutto spontanea a cantare: “Evviva la Croce, sorgente di gloria”, a questo si uniscono uno alla volta tutti gli altri presenti, come pure le confraternite. Si finisce con il cantare tutti insieme, popolo e confraternite, a voce spiegata.


- XXI MOMENTO -

Il canto di “Evviva la Croce” trova anche una “scenografia” che si forma spontaneamente: una sorta di cerchio in cui ci si può stringere l’uno con l’altro, a Vico noto come "rutèdd". Ci si ritrova tutti in questo abbraccio, senza nessuna differenza, tutti uniti nel gridare gioiosamente le strofe dell’esaltazione della Croce, attraverso la quale si è compiuta la liberazione dalle sofferenze dell’uomo e di cui i vichesi sono già consapevoli, trasformando così l’afflizione in una gioia di festa, ancor prima che il Cristo risorga nella domenica di Pasqua. Oggi gli abbracci sono fisicamente messi al bando perché un terribile virus sta insidiando le nostre vite; tutto quello che davamo per scontato non lo è più. Nell’ascolto di “Evviva la Croce” che vi riproponiamo vi giunga a ciascuno di voi il nostro simbolico abbraccio, forte e sentito. Seguo un altro post con degli scatti significativi e inediti.


- XXII MOMENTO -

Arrivati in Piazza Castello la lunga processione serale del Venerdì Santo si sarebbe divisa in due parti: la Confraternita dei Cinturati di Sant'Agostino e Santa Monica avrebbe accompagnato la statua antica del Cristo nella Chiesa di San Giuseppe, giunti in Chiesa i confratelli avrebbero intonato il “Miserere”; le altre confraternite invece sarebbero rientrate con la Madonna Addolorata in Chiesa Madre, dove per l’ultima volta avrebbero cantato all’unisono il “Miserere”. A conclusione di questa giornata vi proponiamo un piccolo video sul canto del “Miserere” nella Chiesa di San Giuseppe e nella Chiesa Madre. Segue tra qualche minuto un secondo post con due fotografie molto particolari.


- XXIII MOMENTO -

In questi giorni abbiamo ricevuto alcune foto. Tra queste quelle di Tommaso Marcantonio che ringraziamo per questa condivisione. Si tratta di foto che possiamo definire ormai storiche. Immagini che ci parlano raccontandoci un tempo trascorso che oggi rivive in noi, nei nostri pensieri. Un tempo di cui dobbiamo prenderci cura, soprattutto ora, quando tutto sembra più buio e più lontano.




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