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Gaetano Berthoud

IL GRANDE GARGANO: UN PENSIERO POSITIVO POSSIBILE

Quante parole dette, spese, discusse, contestate in nome del Gargano?

Quante diatribe, voci al vento, ferite laceranti per molti, in nome dell’amore o dei propri interessi per questa terra?

Quanta mancanza di comunicazione reciproca tra gli Enti del territorio, finalità da perseguire insieme e invece quasi sempre disilluse, quanta difficoltà nell’auspicare una maggiore coesione nel Gargano.

Ma ecco ciò che definisco il grande salto, un cambiamento radicale, innanzitutto sociale, nel riavvio dei lavori per il completamento della superstrada veloce da Vico fino a Vieste. Ciò che ci darà la possibilità di realizzare il sogno, la definitiva crescita culturale, ci permetterà di realizzare il Grande Gargano.

Tantissimi hanno espresso opinioni circa il completamento della superstrada fino a Vieste come se fosse esclusivamente un problema ambientale o una opportunità turistica, perdendo di vista ciò che invece rappresenta più esattamente un progetto del genere, innanzitutto per la crescita territoriale, sanitaria, istituzionale, trasporti, formazione, apertura a nuove dinamiche produttive. Si sono dette tante cose però con poca visione, che fosse ambientale o turistica.

Perché c'è tanto di più in quei 40 chilometri di SSV. C’è il Grande Gargano.

Ora, tanto per non sembrare un racconto di favole pongo alcuni esempi di cosa intendo, dove preciso che il turismo almeno in questo non c'entra assolutamente nulla. Inizio dicendo che molti che leggono non hanno esattamente idea di cosa sia Vieste, di cosa rappresenti Vieste, delle difficoltà che ha Vieste e di quanto tutto il Gargano nord abbia bisogno di Vieste nella stessa misura di quanto Vieste ha bisogno di uscire dall’isolamento geografico, che diventa isolamento amministrativo, sociale, sanitario, culturale. Per intenderci, se andiamo al Pizzicato in inverno è facile incontrare gente di Ischitella, Carpino, Cagnano, Rodi, San Menaio, Foce Varano, Peschici. San Nicandro vive di altre connessioni, con Apricena, San Severo, San Marco, Mattinata è legata a Manfredonia e Monte Sant’Angelo. Vieste è lì, sola, in tutta la sua bellezza, un po’ come un’isola, e se vai a fare colazione in un bar del centro è molto più difficile incontrare gente di paesi limitrofi, sempre che non siano rappresentanti o fornitori. E come le isole, Vieste soffre un po’ questo isolamento, che tuttavia, non ha impedito a questa comunità di diventare quella che oggi rappresenta la prima meta turistica della Puglia, terza del sud Italia. Vieste se non la conosci almeno un po’ è difficile capirci qualcosa, le sue dinamiche, difficoltà, successi.

Con il completamento della SSV si avrà molta più possibilità di condividere progetti, programmi, idee, connessioni e soprattutto servizi dove Vieste diventa la Capitale naturale del Grande Gargano.

Ciò significa che sarà più diffuso prendere l’aperitivo a Vieste in inverno, ma soprattutto che i giovani di Vieste potranno frequentare le scuole, di Rodi, di Vico, che quelli di Ischitella potranno andare all’alberghiero di Vieste, organizzare corsi di formazione a Peschici, puntare ad avere un Ospedale a servizio di tutto il Gargano magari a Vico.

Le connessioni possibili ed immaginabili diventano infinite. Il Grande Gargano potrà nascere davvero, una lunga bandiera da Lesina a Vieste dove finalmente non ci saranno alibi, ma lavorare solo sulle nuove opportunità e progetti di crescita territoriale, prima ancora che turistica. I tanti giovani presenti in inverno saranno “più vicini”, le collaborazioni artistiche e professionali più possibili, un linguaggio di intenti anche a livello mediatico più univoco, finalmente si potranno chiedere servizi sanitari utili a tutto il territorio, e non come ora che per 2 punti ad un dito ci mandano a San Giovanni, figuriamoci per il resto.

Cosa c’è di turistico in tutto questo? I paladini dell’ambiente riescono a connettersi anche a queste frequenze? I paladini contro gli interessi di alcuni imprenditori turistici, riescono a capire che il Gargano non è solo mare e vacanze, ma ci sono comunità piuttosto isolate che del loro sbeffeggio culturale non interessa proprio nulla?

Il Grande Gargano occorre anche per questo. Definire una nostra personalità identificativa, rappresentativa, di valore. In sintesi lo sappiamo che c’è da crescere e non dovremmo certo ascoltare chi vorrebbe lasciarci in questo isolamento sociale e culturale.Ma dopo tutte queste cose certo non possiamo dimenticare il turismo.

E ancora di più occorre parlare di Vieste. Come già detto, Vieste, con i suoi 1.9 milioni di presenze è seconda nel sud Italia solo a Sorrento (2.7 m), escludendo Napoli (3.7 m), che è prima a meno del doppio delle presenze di Vieste. Per intenderci, Vieste fa presenze per 5 volte Matera, più del doppio di Bari e circa il 30% in più di Palermo. E tutte le altre mete turistiche del sud che potrebbero venirvi in mente sono indietro notevolmente. Rendo l’idea?

Ecco perché possiamo permetterci “Il Grande Gargano”, soprattutto che ai numeri di Vieste aggiungiamo quelli Peschici, arrivando poco sotto i 3 milioni di presenze, due comuni adiacenti con un vasto territorio confinante. A quel punto le domande diventano tutte lecite. Una volta connessi grazie alla SSV potremmo prenderci in un certo senso “tutto quello che è nostro?”. Un territorio che con San Menaio e Rodi arriva a quasi 3 milioni e mezzo di presenze dovrebbe avere tutto senza starne nemmeno a parlarne.

Ospedali, strade veloci, bus, navigazione via mare, taxi, piste ciclabili, progetti green, parchi a tema, isole ecologiche, guide specializzate ovunque, servizi a supporto del turismo connessi e professionali di ogni genere. Il Grande Gargano potrà intraprendere la sua strada indipendente, condivisa tra i suoi territori, con progetti di crescite identificative, dove Vieste rappresenterà inevitabilmente il riferimento maggiore.

E noi garganici saremo chiamati tutti a fare la nostra parte, con le nostre competenze, conoscenze e sogni nel cassetto indipendente se viviamo a Cagnano o Vico del Gargano.

Questo è il futuro che ci aspetta, starà a noi coglierlo come la migliore opportunità degli ultimi 50 anni.


Gaetano Berthoud



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