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RESTAURATA LA STATUA DELLA MADONNA DEL ROSARIO a Carpino

Il 6 Ottobre scorso, alla vigilia della tradizionale festa religiosa e popolare della Madonna del Rosario (il 7 di ottobre di tantissimi anni fa, nello scorso secolo, si racconta a Carpino che questa effige di Maria Santissima del Rosario si decise di portarla in processione per le vie del paese per chiederne la grazia affinché piovesse, in quanto era in atto sul paese e non solo una anomala siccità, proprio come in questo periodo…), sono stati presentati, nella Chiesa Madre di San Nicola di Myra, i lavori di restauro conservativo ed estetico che hanno interessato l’antica statua lignea, appunto, della Madonna del Rosario, nonché di quella del bambino Gesù che tiene in braccio. A tali lavori, abbastanza elaborati e complessi, vi ha provveduto, in quattro mesi, la Restauratrice Dottoressa Maria Elena Lozupone (abilitata a questa professione dalla sovrintendenza dei Beni Culturali), da Poggio Imperiale. Il costo dei relativi lavori è stato offerto alla Chiesa da un fedele di Carpino. L’opera, che quasi certamente è di fattura ottocentesca, è stata trasferita presso il laboratorio della Restauratrice il 10 Giugno, sempre del corrente anno.

Dalla relazione tecnica sulla statua (in realtà si tratta di un busto, un manichino, mentre il bambinello è una statuetta completa, intera) si evince quali e quanti sono stati i lavori di restauro compiuti sui manufatti. Dopo una ispezione generale è stato effettuato un saggio di pulitura sui volti. Da ciò è emerso, ha sottolineato la D.ssa Lozupone, che la miscela di solventi capace di rimuovere l’unico strato di ridipintura mista a vernici ingiallite ed ossidate presenti, è stata realizzata con isopropilico ed acetone in proporzione rispettivamente 1:3, in sospensione con solvengel. Dovendo rimuovere l’unico e solo strato esistente, non pertinente all’opera, la Restauratrice ha proceduto con la pulitura. L’incarnato del manichino è emerso originale in altissima percentuale, e per questo è stato totalmente recuperato, ad eccezione della zona frontale, che presentava segni di consunzione, sino allo strato preparatorio, a causa dello sfregamento della corona che poggiava appunto sulla fronte della Madonna e la zona della guancia sinistra ove erano presenti due lunghi segni di abrasione ed una lacuna più circolare. Il bambinello, ha poi proseguito la Dottoressa Lozupone, risultava ridipinto ed ingiallito come la Madonna. Sono, ovviamente, state rimosse le bende mediche attorno alle braccia della Madonna, fissate con nastro adesivo di fortuna, rivestite da uno strato di vernice spessa ed ingiallita. Ultimate tutte queste operazioni preliminari di pulitura, si è provveduto a sottoporre l’opera in disinfestazione a permetrina (soprattutto insistendo sulla gabbia). Sia la Madonna che il bambinello non sono risultati con attacchi di insetti xilofagi. Proseguendo quindi come dal progetto di restauro, la Lozupone ha detto che, tra le altre cose, è stato necessario stuccare le lacune e le consunzioni con pasta finto legno, ricostruire la piccola zona della palpebra dell’occhio destro della Madonna ed accordare il colore intorno ai contorni delle lacune, con colori a vernice per restauro e basi a tempera. Con la stessa resina bicomponente, ha concluso la Restauratrice, sono state ricostruite le falangi delle dita del bambinello che erano state ricostruite con stucco molto friabile e poco idoneo alla conservazione. L’opera è stata interamente protetta con apposita vernice. Per quanto riguarda la gabbia è stata completamente disinfestata, sono stati chiusi i fori di sfarfallamento. Il busto della Madonna che era verniciato con vernice lucida molto spessa è stata rimossa e ripulita con tamponi di acetone. Dopo aver atteso l’evaporazione dei solventi, il legno è stato uniformato con mordente all’acqua per poi essere protetto con gommalacca e cera naturale. Sul capo della Madonna erano presenti diversi fori per la corona, ma ne è stato lasciato uno solo e tutti gli altri sono stati sigillati con stucco bicomponente.

Una volta che la statua della Madonna del Rosario e del bambino Gesù sono state riportate nella Chiesa Madre, esse sono state rivestite con i propri apparati religiosi. Si pensa già a vestire le statue, in un prossimo futuro, con nuovi abiti, con il riporto del ricambio originale che così non andrà perduto, anzi…

Così, dopo le statue della Madonna del Carmine e quella lignea di San Giuseppe (si è provveduto ultimamente anche al parziale restauro, per ora, dell’altare ligneo dello stesso san Giuseppe che sarà completata si spera in tempi relativamente non lunghi, appena saranno reperiti nuovo fondi) della Chiesa di San Cirillo, ora si è proceduto all’urgente e non più rimandabile restauro di quella della Madonna del Rosario e del bambinello. In un prossimo futuro, come ha accennato lo stesso Parroco don Nicola Iacovone al termine della serata di presentazione dei lavori di restauro, si procederà a un secondo restauro dell’antica statua della Madonna dell’Assunta, in quanto il primo non è stato proprio un capolavoro di restauro, per vari aspetti. Proprio quest’ultima statua era già presente nell’antica Chiesa, del XIV sec., dedicata proprio dell’Assunta, o del Cimitero, non più esistente e che era ubicata nella zona storica, addirittura prima ancora che venisse edificata l’attuale Chiesa Madre di San Nicola di Myra e poco dopo l’edificazione di quella di san Cirillo. Successivamente, su quell’area dove era ubicata detta Chiesa, fu poi costruito il primo edificio di Carpino che fu adibito alla Sede del Municipio. Attualmente, invece, vi sono delle case di privati cittadini.

E comunque, così come ha concluso don Nicola, sono tante le priorità, le urgenze e le esigenze di cui gli edifici sacri di Carpino hanno bisogno e che la Chiesa locale dovrà far fronte nei prossimi anni, ad iniziare dai lavori, stralci del progetto generale di restauro, della cupola interna della Chiesa Madre di San Nicola di Myra con le tele dei quattro Evangelisti e tutto il sottostante presbiterio; già in due episodi, infatti, in questi ultimi tempi sono precipitati dall’alto intonaci e calcinacci che fortunatamente non hanno causato danni a persone o cose. E nella Chiesa di San Cirillo si dovrà affrontare, prima o poi, l’altra priorità rappresentata dall’enorme ed antica tela della Santissima Trinità, con le due immagini ivi impresse, non a caso, di san Cirillo e san Rocco, che è situata su tutta la volta della Chiesa stessa, ma ormai irrimediabilmente deturpata e non più recuperabile a causa delle copiose infiltrazioni dal tetto di acque meteoriche, che per lunghissimi anni sono penetrate, prima che lo stesso tetto venisse finalmente riparato e recuperato attraverso radicali lavori effettuati con l’avvento del nuovo Parroco don Francesco Gramazio, tra la fine degli anni ’70 ed ’80 dello scorso secolo.

Mimmo Delle Fave



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