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SUPERSTRADA DEL GARGANO: una lunga storia d’amore

SUPERSTRADA DEL GARGANO: una lunga storia d’amore.

di Michele Angelicchio


Molta acqua è passata sotto i ponti; meglio dire molto traffico è passato sopra i ponti. Eravamo alla fine degli anni settanta, inizio ottanta, quando il buon Matteo Fusilli, allora presidente della Comunità Montana del Gargano, girava con un capace borsone di tela grigia per i Consigli comunali interessati dal tratto stradale, illustrando il progetto del primo e secondo lotto di quella che sarebbe poi diventata la strada a scorrimento veloce del Gargano. Il Consiglio comunale, appositamente convocato dal sindaco prof. Giuseppe Maratea, fu piuttosto vivace e articolato intorno all’ipotesi di tracciato che, partendo dai piedi di Ischitella avrebbe toccato il territorio di Vico del Gargano e quello di San Menaio in particolare. L’arguto argomentare di Maratea raggiunse il suo culmine quando disse a Matteo Fusilli, seduto al suo fianco con le mappe del progetto aperte sul banco: ”Caro Matteo, questo tracciato deve essere spostato più a monte perché passa in mezzo ai giardini di agrumi, sfiora le case di San Menaio e in alcuni punti entra dentro le case di San Menaio”.

Di fronte a questo scenario da armageddon il presidente Fusilli prese appunti, fece una difesa d’ufficio del progetto e ci salutò amichevolmente come faceva ad ogni incontro. Il secondo lotto ha portato la SSV 628 alla periferia di Vico del Gargano.

L’incontro di ieri sera, presieduto dal sindaco Michele Sementino, dal dott. Vincenzo Marzi Commissario di Governo e Alberto Cena coordinatore del dibattito, non ha riservato sorprese. Domande e risposte sono state in linea con quanto già espresso intorno alla realizzazione dei primi due lotti. La strada si farà; questa è la volontà espressa dal sindaco di Vico del Gargano, e completerà l’arco stradale per unire il casello autostradale di Poggio Imperiale a Mattinata e Manfredonia. Con il primo appuntamento di ieri sera si è voluto ribadire “una intelligente visione politica che sappia coniugare il pragmatismo di un’opera necessaria all’ammodernamento del territorio con la tutela del paesaggio e del patrimonio ambientale”. Il territorio, più volte sottolineato, è ampiamente tutelato da una convergente politica protettiva: il Piano Paesaggistico Regionale, il Parco Nazionale del Gargano, le Zone a protezione speciale, la Valutazione d’Impatto Ambientale ed altre norme su vincoli specifici. Sul fronte delle ricadute socio/economiche è stato sottolineato come il Gargano non può accettare un’altra incompiuta, né spezzettare il percorso a una, due o tre velocità. Il rischio è di acuire l’arretratezza infrastrutturale che porta alla marginalità, che porta alla povertà, alla disperazione e alla delinquenza. “Infrastrutture per vincere la mafia”, così titolava ieri un quotidiano della Capitanata. Foggia, città capoluogo, rivendica il suo Aeroporto e fa bene. L’esercizio della Giustizia rivendica un tribunale a Rodi, e fa bene. Il Gargano rivendica il completamento di una strada che si trascina dietro un racconto lungo mezzo secolo.



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