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Conoscere Vico del Gargano: tracce di toponomastica e onomastica

Conoscere Vico del Gargano: tracce di toponomastica e onomastica.

In un precedente saggio del 2019, ho avuto modo di affrontare il tema della conoscenza del territorio nell’accezione più ampia, con la precisa finalità di sollecitare la curiosità dei lettori e ancor più offrire spunti per una ricerca storica sul territorio urbano ed extra urbano.

Lo studio storico linguistico della toponomastica permette di conoscere informazioni stratificate con il passare dei secoli, mediante la sovrapposizione di lingue e culture. Ciò che ha cessato di esistere, ha lasciato tracce nei nomi locali legati ai luoghi abitati (paesi, contrade, vie e attività economiche), alle entità geografiche (vallate, monti, insenature, isole, laghi e mari) ed ai diversi corsi d'acqua (sorgenti, torrenti e fiumi, laghi ecc.).

Conoscere con precisione, da quando si sia iniziato ad attribuire il nome ai luoghi, è arduo ma con certezza possiamo supporre, che da quando le popolazioni hanno cominciato a occupare stabilmente i territori, hanno sentito la necessità di indicare con un nome entità geografiche specifiche.

Riferita al territorio di Vico Gargano, una fonte preziosa per la sua conoscenza è certamente la Platea Marrera del 1676, recentemente pubblicata nel volume La Chiesa Madre di Vico del Gargano 350 anni di Dedicazione e Storia. I particolari annotati nelle dichiarazioni rese, dai diversi cittadini debitori, al notaio hanno permesso di stilare una mappa della toponomastica estinta e di quella ancora in uso.

Allo stesso modo l’uomo avrà iniziato a denominare gli spazi della città o del borgo; conoscere la denominazione delle vie, soddisfa la prima necessità di orientarsi nella mobilità urbana. Lo studio della onomastica urbana permette conoscere informazioni che associano l'uomo, la società e il suo territorio. I nomi attribuiti alle strade dei centri urbani sono il risultato di sovrapposizioni, frutto di influenze di tipo storico-ideologico, quali l'avvicendarsi di dominazioni, di mutamenti di carattere socioeconomico e di mode.

L’onomastica urbana della nostra Città consente di porci di fronte a un mosaico (della situazione geografica, economica, culturale e sociale) le cui tessere possono darci informazioni su un determinato periodo, fornendo al tempo stesso un quadro degli orientamenti seguiti dalle autorità comunali del tempo.

Ad introdurci a conoscere la crescita urbana, di Vico del Gargano, ci vengono in aiuto le fonti storiche. Oltre la già citata Platea dove case, magazzini e botteghe, sono localizzate nei quartieri storici della Civita, del Borgo e del Casale, abbiamo l’Archivio Storico della Chiesa Madre. Di grande importanza sono gli Stati delle Anime, redatti annualmente dall’arciprete che aveva la cura delle Anime. Sono questi registri, che ci parlano della crescita urbanistica, fuori dalle mura. Ed ecco sorgere il Borgo Nuovo intorno alla chiesa del Purgatorio e di San Marco. A seguire, le costruzioni sorgono lungo l’asse viario segnato dalle chiese di San Domenico e della Misericordia. Il Libro dei Morti 1793-1816, in una sezione del tomo (febbraio 1811 – novembre 1812) riporta, nelle annotazioni di morte, l’indicazione onomastica dell’abitazione della famiglia del defunto o del luogo in cui era avvenuta la morte.

Dall’insieme delle notizie, emerge una prima suddivisione fra i luoghi topici dell’antico nucleo urbano: la Civita, il Borgo o Borgo Antico (ora Terra) il Casale. A questi si aggiungono i quartieri sorti fuori le mura: il Borgo Nuovo che comprendeva il Purgatorio e San Marco e a seguire San Domenico, la Misericordia e il Carmine.

All’interno di questa macro-suddivisione si individuano elementi di dettaglio, che fanno presupporre un’onomastica indicata come contrada, quartiere, strada o via, piazza.

Riferita al Borgo o Borgo Antico troviamo: strada San Giuseppe, strada San Nicola, Strada dell’Annunziata o dell’Annunciata, nell’ultima strada del Borgo Antico, nell’ultima strada del Borgo/Borgo Antico, strada dei Signori Mascis nel Borgo, nel Borgo Antico contrada/strada Ciocchis.

Nella Civita troviamo contrada o strada della Civita, Castello Marchesale, quartiere o strada della Piazza, strada della Collegiata, contrada San Martino.

Nel Casale ritroviano una ripartizione di primo quartiere del Casale e secondo quartiere del Casale; con ulteriori dettagli come nel principio del Casale, nell’ultima strada del Casale/nell’ultimo del Casale, quartiere del Forno del Casale e vicino al Forno del Casale, quartiere della Conceria/Conciaria.

Il comprensorio del Borgo Nuovo ricomprende i nuclei abitativi sorti fuori dall’antica cortina di difesa localizzati intorno le mura e principalmente intorno la chiesa del Purgatorio e alla chiesa San Marco. Ritroviamo l’indicazione dietro le mura del Borgo Antico, fuori la Porta, nella strada fuori la Porta. E poi contrada o strada Purgatorio, strada sotto il Purgatorio; contrada o strada San Marco; fuori dalla cinta muraria contrada o strada dietro le Mura e contrada del Cavuto.

Le aree di nuova espansione urbana sono quelle lungo l’asse viario di San Domenico e della Misericordia, dove ritroviamo la denominazione di contrada o strada San Domenico, nell’ultima strada di S. Domenico contrada o strada Misericordia, nell’ultima strada della Misericordia. E poi ancora strada dei Cappuccini e strada del Carmine.

Diversi poi riferimenti di toponomastica/onomastica, che non trovano, almeno allo stato delle nostre conoscenze, una precisa localizzazione in questa mappatura del territorio. Dietro la casa di Pirro, strada Don Simone Cilenti, strada del Cimitero, strada sotto la Croce, Strada Almerigogna, sopra la strada Almerigogna, Contrada Bucci, strada Mascis, strada Donatantonio de Ciocchis, strada Don Prospero de Ciocchis, strada di Pisciafurno, strada delle Cataste, strada Ciampoli, Contrada di Zichicco, contrada del Forno e strada del Forno.

Uno studio, più approfondito, dell’onomastica utilizzando le diverse fonti storiche (archivi parrocchiali ed in particolare quelli del Comune) può contribuire a valorizzare la conoscenza del perimetro urbano di tutta la città. Il valore aggiunto che qualifica l’offerta turistica del nostro territorio, passa anche attraverso un progetto mirato a valorizzare le vie e gli edifici di pregio architettonico e storico artistico presenti, mediante il posizionamento di una adeguata cartellonistica.

Nicola Parisi

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