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Pirateria Turchesca nell’Adriatico -un fatto di cronaca sulle coste del Gargano-

Pirateria Turchesca nell’Adriatico -un fatto di cronaca sulle coste del Gargano-

Nel corso della seconda guerra di Morea (1714 – 1718) Venezia perdeva la Morea ed i corsari barbareschi ne approfittarono subito e passarono ad occupare basi ravvicinate procurando maggiori danni. Per mancato riconoscimento della Porta Ottomana da parte dei corsari stessi, i Turchi arrivavano anche in Adriatico fidando nell'appoggio di Dulcigno, che si distingueva come centro delle attività eversive adriatiche.

Le Galee della flotta, di stanza nel porto di Ancona vigilavano sulla navigazione dell’Adriatico, assicurando la sicurezza delle coste, dello Stato Pontificio, da incursione corsare e da parte delle navi ottomane. Il Capitano del Porto di Ancona il quale sovrintendeva a tute le attività marittime dello scalo, manteneva una continua corrispondenza con la Segreteria di Stato informando, periodicamente sulle vicende, il Cardinale Segretario.

La ricerca su questa lunga corrispondenza rivela una quantità rilevante di notizie sui traffici e le vicende che accadevano sul bacino adriatico, comprese le coste meridionali e del Gargano.

Una breve cronaca dell’ incursione accaduta il 10 giugno 1717, sulla foce del Lago di Varano la troviamo in una lettera indirizzata al Cardinale Paolucci. Una incursione che porto al rapimento di tre persone e alla morte di un’altra, che aveva opposto resistenza.

Uno studio sistematico sulle corrispondenze di questo fondo potrebbe offrire dati utili per la ricostruzione delle attività marittime nel basso Adriatico.

Nicola Parisi

Questi i fatti raccontati da Lazzaro Pallavicini:

al Card. Paolucci Segr. di Stato Roma1

Sodisfo il mio debito con partecipar ossequiosamente V.E. che una Fusta di Dulcignosi al primo del corrente mese su le 6 ore fece sbarco nella Puglia al posto della Foce di Varano con portarsi via tre di quegli abitanti uccidendone un altro che volle fare qualche resistenza, dopo il qual successo la detta Fusta fece vela alla volta della Pelagosa, In queste spiagge si vive intanto con tutta quiete perché non si vede alcun legno de nominati corsari, che fuggono, come si vede ogni incontro con le Galeotte che a tenore degl’ordini del Card. Parracciani, guardano tutta la costa divise in due squadre. E All’E.V. profondamente m’inchino.

Ancona 10 giugno 1717

D.V.E.

Lazzero Pallavicino


1 AAV Segr. Stato Vescovi e Prelati vol. 129 f.507

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