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Dodici anni di cammino, tra fede, sentieri e pellegrini illustri

Lettera in redazione - Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Caro Michele,

anzi, perdonami caro Direttore, se uso questo linguaggio così amichevole, nei tuoi confronti, perché credo che l’amicizia ed il rispetto reciproco che ci accomuna è più lungo di questo racconto.

Voglio partire da un tuo articolo pubblicato sul “Fuoriporta” dell’Ottobre 2012 – Anno XI – n. 10, pag. 2, colonna a destra, ironicamente da te intitolata “La risposta italiana (e un po' Vichese) al cammino di Santiago”, era esattamente il mio 4° anno di cammino a Monte Sant’Angelo con la compagnia de “I Sammichelari di Vieste”;

Bè sicuramente non è il cammino di Santiago di Compostela – Spagna (lunghezza 810 km cammino francese) che inizia a Saint-Jean-Pied-de-Port, sul versante francese dei Pirenei, ma questa per me è tutt’altra cosa;

Partire “a piedi”, il primo anno, nel 2009, da Vieste per raggiungere la grotta dell’Arcangelo San Michele a Monte Sant’Angelo, con “I Sammichelari” è stata una delle emozioni più belle della mia vita;

Allora perché mettersi in cammino tutti gli anni pur sapendo che il giorno di partenza è sempre lo stesso (28 settembre) e il giorno di arrivo altrettanto (29 settembre)?



Arrivare ai piedi della Basilica alle 9,00 del mattino dopo circa 12 ore di cammino impervio, alternato dal freddo buio della notte, dalla rugiada che ti cade sulla testa e sulle spalle all’alba di un nuovo giorno, dal tepore di un fuoco di fortuna per raccogliere le ultime forze rimaste per affrontare il tratto più duro “à janet d’Mont”, credimi lo percepisco nell’animo, sapendo che l’Arcangelo Michele mi aiuta ogni volta.



Oramai per me è diventato quasi un obbligo compiere questo cammino tutti gli anni, e non solo a settembre, anche a maggio.

Credo che la devozione per l’Arcangelo Michele, nella tradizione dei pellegrini di questo territorio è una delle mete che ancora oggi conserva un'atmosfera di spiritualità autentica.

Il santuario di San Michele Arcangelo, a Monte Sant'Angelo, è sicuramente tra i più antichi d'Europa ed è il primo dedicato al culto micaelico, questo santuario racconta il passaggio di pellegrini, imperatori e santi giunti da tutta Europa a venerare l'Arcangelo nel luogo delle sue apparizioni.

Sappiamo tutti che il culto micaelico ha radici lontane, ma la cosa più affascinante sono le mani d’uomo solcate nelle colonne all’entrata del Santuario.



Posso solo assicurarti che ogni anno il cammino ha un’emozione diversa;

Quest’anno, purtroppo, per le problematiche legate al Covid-19, non è stato possibile condividere l’intero cammino con gli amici di Vieste ed allora ho deciso di partire da solo, da Vico, per la seconda volta, dopo una santa messa alla Chiesa del Purgatorio, una benedizione dal caro parroco don Gabriele, un saluto a casa, zaino in spalle e partenza per Monte Sant’Angelo. Solo all'alba, ho raggiunto un piccolo gruppo di amici.



Prima di partire ho voluto postare sul mio stato di whatsapp una foto e queste parole:

“Ho imparato a rallentare i ritmi,

a guardarmi intorno,

ad ascoltare il respiro,

ad ascoltare il silenzio,

ho imparato a camminare al buio,

ora, invece è tempo di mettersi in cammino”.

Con queste parole ho voluto raccogliere e raccontare l’esperienza di dodici anni di cammino.

In verità chi sta mediando questa condizione, è il mio cuore, … il nostro cuore che è a metà strada tra l’alto ed il basso, tra la destra e la sinistra. La mediazione del mio cuore oggi si è manifestata come tra pieno e vuoto, tra dentro e fuori. Le irregolarità del cammino sono state risolte nel cuore, …credo. Il suo battito ha dato l’impulso ed ha dato forza al mio passo. E’ il cuore che cammina. Se il cammino non ha cuore, tutto diventa solo una passeggiata. Bisogna poi leggere il cammino con gli occhi del cuore per scoprire bugie ed illusioni…, quando sgorgano pure vecchi pesi, rimorsi, fallimenti, sconfitte, cadute …sì perché il passato, così presente, trova delle fessure per uscire e poter essere risolto, …infine, ….forse….



Resta chiaro che il cammino di terra é una circostanza, l’altro cammino, quello interiore, si fa anche lui a ogni passo. Ed ogni passo ti avvicina o ti allontana dal tuo destino, perché non sempre posiamo bene i nostri piedi.

Quando mi chiedono perché faccio questo cammino, molto spesso non rispondo, quando insistono, rispondo non lo so!

Da sempre mi sono chiesto perché lo faccio e perché continuo a farlo.



Una persona a me molto cara, dopo un lungo discorso mi disse: “Forse è meglio che tu non trovi una risposta o una motivazione a quello che ti spinge ogni anno a compiere questo cammino, …la ragione potrebbe oscurare il senso intimo, l’essenza di questo tuo sentirti pellegrino….Ogni situazione ha una ragione di essere ma la fede no, deve rimanere un mistero, non deve avere alcuna ragione di essere. La devi vivere e sentire senza se e senza ma… Vedi quello che voglio dirti è che tu ogni anno sei lì per la tua fede. Fermati qui e non trovare altre risposte...o meglio il perché.


“Oppure sei un prescelto…”

E’ così e basta. Vivi questo momento con gioia…”


Mimmo del Giudice







Caro Mimmo, la tua lettera mi coglie impreparato e anche un po' sorpreso.

Il tuo racconto, autentico, genuino, a tratti intimo, mai banale, è uno spaccato intrigante, di un'esperienza unica.

Ti confesso la mia sana e piacevole "invidia".

Lo so, mi hai sempre e continuamente invitato a prendere parte alla "passeggiata" insieme ai tuoi forti ed esuberanti amici pellegrini. Ho sempre trovato una scusa per non far parte della "spedizione", a volte plausibile a volte meno. Ma come ben sai, ti ho sempre accompagnato con il pensiero e il mio spirito di fede e devozione all'Arcangelo Michele.

Anche Venerdì pomeriggio, quando prima di partire mi hai fatto notare le tue scarpe nuove, ti ho guardato con ammirazione e appena hai voltato la schiena, ti ho rivolto, in cuor mio, a tua insaputa, l'abbraccio virtuale che, spero, ti abbia accompagnato nel tuo lungo cammino.

Grazie Mimmo, per quello che fai e per quello che hai voluto comunicare.

Spero possa essere un buon viatico per quanti, come me, dovranno ancora decidere la data della loro "partenza" per il cammino sulle orme dei pellegrini dell'Arcangelo.

La sacra grotta, aspetta.

(Michele Lauriola)

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