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Immagine del redattoreMichele Lauriola

Fase due, la vendetta!

Siamo ancora in piena emergenza sanitaria e non e’ facile coniugare la tutela della salute con la necessita’ di programmare il prossimo e imminente futuro economico e sociale del nostro paese. La lettura di autorevoli opinioni di politici, economisti e soprattutto di laureati su Facebook in strategie commerciali, sanitarie ed amministrative con tesi sperimentali pubblicate sui social in formato ridotto (post, twitt, fotonotizie), mi stimola ad approfondire il confronto. Immaginare il futuro, dicevo, oltre ad essere un ottimo incentivo per impiegare il tempo della reclusione forzata, puo’ rappresentare anche un interessante obiettivo. Da piu’ parti, c’è chi paventa come soluzione e per non aumentare maggiormente il nostro debito pubblico, un prelievo straordinario sui conti correnti, chiamato ’’tassa patrimoniale’’. Infatti il Governo, senza preavviso, può prevedere una tassa ’’una tantum’’ su tutti i conti correnti degli italiani, di tutte le banche. In tanti ricorderanno l’anno 1992, quando il governo di Giuliano Amato, messo alle strette dal crollo della lira, decise di applicare una patrimoniale del 6 per mille (0,60%) su tutti i nostri soldi custoditi sui conti correnti. Evitammo la svalutazione, ma furono attuate manovre finanziarie durissime, perche’ l’Italia fu comunque costretta all’uscita dallo SME. Quanti ricordano due leggi finanziarie da circa 150mila miliardi di lire con un forte incremento della pressione fiscale e con la firma di accordi pesantissimi per i redditi dei lavoratori? All’epoca davvero si parlava di lacrime e sangue. Erano i tempi di Ciampi e del suo governo tecnico. Da un’indagine conoscitiva del CENSIS, solo il 24,3% degli italiani si dichiara ’’favorevole a pagare una tassa ad hoc sui soldi liquidi o sui conti correnti bancari o postali per finanziare spesa pubblica...: ben il 75,7% è contrario, perché non vuole sentir parlare di nuove tasse’’. Questo ad ottobre 2019. Oggi, pero’, l’attuale Governo e’ alle prese con la più grande crisi dal secondo dopo guerra, peraltro sotto continua pressione da parte della UE. Le realtà imprenditoriali sono ferme, o quasi. Per chi non può lavorare diventa difficilissimo affrontare il quotidiano fabbisogno di liquidita’, e non tutti possono mettere mano alle piccole riserve, nonostante gli italiani abbiano mantenuto alta la loro capacità di risparmio fino ad arrivare, oggi, ’’a oltre 4.200 miliardi di euro di patrimonio da poter investire in attività finanziarie’’. Gia’, attivita’ finanziarie... Ma quali potrebbero essere le piu’ significative, necessarie e importanti operazioni di investimento da parte di privati e facoltosi cittadini, in quanto generatrici di occupazione e reddito? ’’Investire in titoli del debito pubblico è ritenuto molto o abbastanza importante dal 40,5% dei detentori di patrimoni’’, queste dichiarazioni sono state raccolte prima del dramma Covid-19 e pongono tuttavia alcuni interrogativi. Non occorre una laurea in Economia per comprendere che i conti dello Stato, da qui a breve, potrebbero peggiorare perche’ le attività economiche sono chiuse e non producono. Quindi niente IVA, niente tasse, niente contributi da versare, niente di tutto o quasi... Come si puo’ pensare di poter pagare ancora per molto, stipendi e pensioni o cassa integrazione e buoni pasto, se non si trova una soluzione comunitaria? Puo’ il Governo, da solo, mettere in atto una simile ’’potenza di fuoco’’ reale? Toc, toc, Europa. Quando decidiamo una politica monetaria e un piano strategico condiviso di liquidita’ straordinaria? Il tempo passa... lo sentivo anche da chi e’ in attesa dei 600 euro e della cassa integrazione. Sognando l’arrivo dei farmaci, testati e sperimentati, considerato dai piu’, quasi imminente sui banchi delle farmacie e nei reparti ospedalieri, la vera spasmodica attesa resta quella legata alla scoperta di un vaccino, che porrebbe al riparo da molteplici rischi, compreso il contagio di ritorno. Sarebbe di un’importanza quasi simile alla realizzazione della penicillina, tanto per dare una rilevanza mondiale al tema scientifico della ricerca. Si legge sempre da un rapporto CENSIS (ottobre 2019), che ’’l’89,3% degli italiani ritiene che sia strategico per il nostro Paese investire nella realizzazione di nuove infrastrutture in generale, dagli aeroporti alle autostrade, dalla fibra ottica agli ospedali, dalle scuole ai porti ecc., il 4,7% non condivide tale idea e il 6,0% non ha opinioni in proposito’’. La strategicità degli investimenti per lo sviluppo del paese è stata largamente condivisa, anche se un po’ prima del fenomeno mondiale che ha stravolto la vita di tutti. Io aggiungerei ai progetti ex novo, anche la revisione, la ristrutturazione e il recupero di parte della rete infrastrutturale fatiscente, facilitando e favorendo aree disagiate e delocalizzate, bisognose da anni. Penso al nostro Gargano, lontano da tutto e da tutti, un’isola in una penisola: ospedali, trasporti pubblici e rete stradale non avrebbero bisogno di nessun commento, ne’ tantomeno di sopralluoghi. E mi fermo volutamente, perche’ il solo pensiero di una stagione turistica, ad oggi, nei fatti, ’’non stagione’’ (disdette vs prenotazioni 10 a 1), mi fa tremare i polsi. Speriamo che il punteggio possa ribaltarsi in fretta! Il turismo e’ un motore, che da solo, muove e fa viaggiare l’economia di tutto il promontorio, ed in parte, dell’Italia. I privati facoltosi, dunque, potrebbero aiutare lo Stato investendo i propri patrimoni? Cosa potranno volere in cambio e’ facilmente immaginabile. Meno tasse, meno burocrazia e piu’ flessibilita’ nei contratti di lavoro. Operai, maestranze, dirigenti e indotto produttivo devono essere collocati al centro delle attenzioni. Come pure rivedere al piu’ presto, la formazione e il reclutamento di medici, infermieri, farmacisti, operatori sanitari, ricercatori e studiosi, a cui va il nostro grazie incondizionato. La fase due e’ iniziata perche’ di fatto e’ nella mente e nelle azioni programmatiche della ’’Task force’’ che il Governo ha messo in campo. Speriamo bene. Senza hashtag! Di fronte ad una guerra atipica, che si sta combattendo alla meglio, occorre prevedere strumenti eccezionali, perche’ se e’ vero che il nemico e’ invisibile e’ anche vero che la fame e’ tangibile. Il termine ’’strategico’’ non si mangia per pranzo e il contagio, oltre che in corsia, sta penetrando a tavola.



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