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Il divario tra l’educazione campagnola del dopo guerra e quella del benessere prima del coronavirus

Il divario tra l’educazione campagnola del dopo guerra e quella del benessere prima del coronavirus.

Pastorelli: lavorare per mangiare il pane duro. Giovani di oggi: cieco è il loro futuro.


Il garzone che fruiva del riposo, dopo due mesi di interrotto lavoro, si metteva a disposizione dei compagni per riportare le notizie ai loro familiari. Ottimo pretesto per dialogare con qualche volto femminile, i cui uomini erano lontani in altre campagne e, attraverso i pochi attimi di conversazione, carpire e conservare le loro espressioni onde colmare il bagaglio della fantasia.

“ Cosa dovrò riferire a tua madre?” Era la domanda che il garzone di turno, prima di partire per il paese, rivolgeva al pastorello di età inferiore agli otto anni.” Il ragazzo così rispondeva:

“Dille che soltanto il primo giorno ho digiunato per essermi privato di tutto il pane offrendolo in pasto ai cani mastini che mi mostrarono i denti; adesso però mi sono tutti utili e fedeli; mi aiutano a raccogliere la mandria e si attaccano alla coda quando una bestia tenta di invadere il seminato.

Dille che la campagna è ricca di cicorie e di finocchietti, e io, durante il pascolo, raccolgo la verdura portandola ai garzoni già pulita e lavata. Inoltre riesco a racimolare una fascina di legna secca per il fuoco serale; gli anziani in cambio, mi fanno scolare il brodo dell’acqua calda della loro minestra che serve a inzuppare le mie fette di pane indurite. Dille che al mattino – aggiungeva - il massaio mi riempie una scodella di siero caldo e quando colma tutti i recipienti di ricotta, se ne avanza, me ne offre un cucchiaio. Dille che mi hanno regalato una pelle di capretto secca da utilizzare come guarda-macchia in modo da riparare i pantaloni dai rovi e dalla rugiada oltre all’incerata per ripararmi dalla pioggia. Dille che ci sono molti campi di grano coltivati e questa estate durante il pascolo potrò spigolare. Sono dispiaciuto per i coetanei del mio quartiere che non hanno trovato ancora un padrone e non hanno di che sfamarsi. Dille di salutarli tutti ”.

Il pastorello consegnava al garzone il residuo del suo sale e del suo olio risparmiato da portare alla mamma, promettendo che al rientro del garzone si sarebbe messo a disposizione per qualsiasi servizio.


I diritti del pastorello

Un kg. di sale e un litro di olio al mese.

Due giorni di riposo dopo due mesi di interrotto lavoro.

Una forma di cacio per il Natale.

Un agnellino o capretto per la Pasqua.

Una pagnotta di due kg. di pane alla settimana.

Un saccone pieno di paglia come lettiera.

Una scodella di legno per i liquidi.

Una cassetta per depositare i viveri.

La quantità di grano spigolato durante il pascolo da dividere con il padrone.

I doveri del genitore moderno

Dare il buon esempio senza parlare.

Se fanno scempio saper sopportare.

Subire le discussioni senza esprimere alcuna opinione.

Non far rumore se dormono in poltrona.

Prestare il sostegno anche alle loro compagne.

Soddisfare ogni “voglio” tenendo aperto il portafoglio.

Mostrarsi abili in compagnia con espressioni di simpatia.

Sorridente quando si lavora o si è sofferente.

Importante non chiedere ai figli mai niente.




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