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“Il lago e la città scomparsa. Una leggenda eziologica nel Gargano settentrionale”

Immagine del redattore: Comunicato stampaComunicato stampa

“Il lago e la città scomparsa. Una leggenda eziologica nel Gargano settentrionale” di Vito Carrassi



Paesaggio, comunità locale e tradizione narrativa in una ricerca condotta da Vito Carrassi nel Gargano settentrionale. Punto di partenza, una leggenda popolare che ricostruisce i memorabili eventi che avrebbero determinato l’odierna configurazione del territorio.

Il lago di Varano, con il sottile istmo che lo separa dal mare e i cinque paesi che gli fanno corona (Ischitella, Cagnano Varano, Carpino, Rodi Garganico, Vico del Gargano), non è solo un suggestivo elemento del paesaggio garganico; è anche il protagonista di una tradizione narrativa che qui, per la prima volta, viene esaminata in tutti i suoi aspetti. Si tratta di una leggenda eziologica, ovvero di un racconto che spiega le origini di un luogo o le cause di un fenomeno. Mescolando storia, mito e credenze popolari, questa leggenda narra un evento memorabile, la scomparsa di un’antica e ricca città, Uria (biblicamente punita con un diluvio per i peccati dei suoi abitanti), e la conseguente origine del lago, dei paesi circumlacuali e del santuario dell’Annunziata. È quest’ultimo che, fin dal nome, ci riporta all’umile ma portentosa protagonista della leggenda, Nunzia. È lei la figura chiave, unica superstite di un passato sommerso dal lago e (ri)fondatrice di una storia e di un mondo nuovi, simboleggiati dal Crocifisso venerato nel santuario. Una leggenda affascinante e densa di significati, che ci invita a riflettere sui rapporti che intessiamo con i nostri luoghi e sull’impatto che il paesaggio ha nelle vicende umane.

L’autore, Vito Carrassi, nato a Castellaneta, in provincia di Taranto, nel 1976, è un ricercatore di Letterature moderne comparate. Ha insegnato Storia delle tradizioni popolari all’Università di Bari, dove ha collaborato con la Cattedra di Antropologia culturale. È autore di numerose pubblicazioni, in particolare “The Irish Fairy Tale”, una monografia sul fairy tale irlandese (pubblicata anche in edizione inglese), di articoli in riviste internazionali e di saggi in volumi collettanei. La sua ricerca si svolge nell’alveo delle discipline demoetnoantropologiche, con una predilezione per lo studio teorico, storico e comparativo dei generi narrativi della tradizione orale. Ricordiamo una raccolta di racconti, “Epifiabole”, edita da Palomar di Alternative nel 2003 e il romanzo,” Irish story”, pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo nel 2007. Infine “Deliziose facezie per ameni buontemponi”, edito da Manni nel 2012, trentatré brevissimi racconti come lampi, sospesi tra reale e surreale. Hanno l’obiettivo esplicito di disorientare chi legge, di inserirlo in un’atmosfera che, attraverso il gioco linguistico, i ghiribizzi della fantasia, le riflessioni e le manovre all’ombra di autori prediletti, risveglia le molteplici attività della mente. Evocativi, elusivi, allusivi, ambigui, i testi esplorano con ironia sottile l’ordinaria follia che ci circonda o è dentro di noi. Infine “Il lago e la città scomparsa. Una leggenda eziologica nel Gargano settentrionale”, edizioni Di Pagina, nel gennaio 2021.




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