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Santa Maria Pura fra leggenda, storia e personaggi

Il complesso monumentale di Santa Maria Pura e l’annesso convento-ospedale, collocati nel vallone ai piedi dei quartieri più antichi della Città, ancora oggi restano avvolti nella nebbia della leggenda e della storia, cosi come permane il mistero sui nomi, che di tanto in tanto ne costellano le vicende.

La leggenda più antica colloca la presenza di un centro cultuale dedicato alle dività pagare e vorrebbe che, il sacello si erga sulle rovine di un antico tempio dedicato a Calcante e Podalirio per la vicinanza del fiumicello che scorre a valle e per la presenza di antri nei pressi della chiesa.

Le fonti orali della tradizione ne fanno ascendere la primitiva costruzione alla famiglia del pastorello muto, al quale appare la Signora che gli chiese la pecorella più piccola (1238). I genitori interpretano la richiesta della Signora, per il miracolo del bambino guarito, come di una piccola chiesa a Lei dedicata. Le versioni del racconto indicano i nomi di Donato/Matteo per il giovane pastorello, mentre sembrano concordare sul cognome in della Malva. Difficile da accettare invece la localizzazione dell’abitazione della famiglia in ViaTerra poiché il quartiere del Borgo (dove si trova via Terra) è successivo alla data del 1238.

Nel racconto ancora più misterioso è l’artista della bella statua della Beata Vergine Maria con il Bambino in braccio; si narra di un giovane che da precise indicazioni sui tempi di lavorazione per la statuetta voluta dal padre del bambino. Nulla di più su questo misterioso personaggio.

Le immagini affrescate sulle pareti della navata destra (XIII- XIV sec.), interamente scavata nella roccia, realizzate per evangelizzare i devoti di quella chiesetta, nella loro bellezza, non ci svelano la mano dell’autore che sicuramente arrivò da molto lontano.

L’oblio del tempo, scende su questa chiesa e sulla vita che l’ha animata fino agli inizi del secolo XVII, quando i superiori generali dell’Ordine dei Fate-Bene- Fratelli ne accettarono la chiesa attigua allo stabile che aveva il nome Santa Maria Pura. Quasi nulla sappiamo sullo spazio temporale di quasi tre secoli: sulla costruzione della chiesa così come oggi la vediamo e sull’ospedale annesso sorto per il bene degli abitanti di Vico.

La data del 1638 non sappiamo cosa possa indicare con certezza: probabilmente un momento di rinascita se consideriamo le opere d’arte presenti nella chiesa come gli affreschi della cupola e il magnifico altare maggiore in stucco dove troneggia maestosamente la Madonna con il Bambino. Nella struttura dell’altare sono collocati due medaglioni dove appare ricordato Scolapio de Pirro Priore, chi fu questo personaggio? Il primo libro dei battezzati della Chiesa Madre ci svela che Scolabius/Escolabius/Esculapius de Pirro era figlio figlio di Marci de Pirro assieme a Giovanni Francesco, suo fratello. Compare come padrino di battesimo in ben 12 occasioni nel periodo 1624 – 1637. La prole fu di sole figlie femmine: Pacifica, Pellegrina, Thomasa e Victoria. Purtroppo mancano libri che ci consentano di accertarne le date di nascita e di morte. Certamente avrà vissuto attivamente la vita sociale dell’epoca e forse sarà stato lui, l’artista o il Priore laico dello Spedale, committente dell’altare maggiore nel presbiterio.

L’Arcivescovo Vincenzo Maria Orsini si recò presso la Chiesa e l’ospedale e dalle notizie che ne riporta nel giornale di Santa Visita se ne ricava che: l’Università della città di Vico ha il padronato di questa chiesa, vi erano delle entrate per onere di messa per le anime del notaio Orazio Pascarellis e Paolo Ortore, personaggi sicuramente vissuti prima al 1600. Fra le ragioni che portato l’Arcivescovo su questi luoghi furono fra l’altro i molti lamenti giunti al suo orecchio, che non era tenuta da detti frati l’ospitalità dovuta e imposta dai donatari, giustamente si mosse visitare l’ospedale e secondo gli scritti decreti, prese provvedimenti a favore dei malati. Restano nel mistero i nomi dei donatari promotori di questa benefica istituzione a favore del popolo famiglie Caracciolo - Spinelli o altre famiglie benestanti della nobiltà borghese di Vico?

Per circa due secoli la chiesa e l’ospedale hanno vissuto alterne vicende non solo sotto il profilo patrimoniale avendo beneficiato sempre di lasciti. Ne sono testimonianza alcune donazioni fatte il 18 settembre 1675 da Ioseph Ferandino e sua moglie di un terreno a Coppa S. Angelo, e in data 7 febbraio 1687 da Fabritio Biscotti e Hieronia Ciocchis di una domum propriam postam in predicta terra Vici. Il patrimonio era costituito da beni rustici, immobili urbani e censi per un valore complessivo di 678,24 ducati.

Sono le vicende umane dei pochi frati che hanno sempre abitato il convento-spedale a non rendere onore alla nobile istituzione; di questi troviamo ogni tanto dei nomi come Fra Giorgio Perelli, il 15 luglio 1676, sottoscrive nella qualità di Priore di S. Maria Pura, l’obbligazione nei confronti del Capitolo della Chiesa Madre di Vico, dinanzi al notaio Domenico Marrera. Altri documenti attestano Blasio Caputo (1676), Bartolomeo Bartolotti (1687) Angelantonio Catapano/Catalano (1759), Ferdinando Caffio (1775).

Al termine della Santa Visita fatta dall’Arcivescovo, Giovanni de Lerma nella Relatio ad Limina (1722) troviamo che i frati furono ribelli con non accettare le determinazioni dei Decreti di Santa Visita da parte del Priore tale Patri Banthassari Pagano (7 agosto 1722): disubbidienza anche è stata commessa dai laici di S. Maria Pura Ospidale del Padri di S. Giovanni di Dio dell’istessa, con il non ricevere i decreti con quelli dell’osservanza.

Le vicende successive narrate da Padre Michelangelo Manicone nella Fisica Apula segnano il declino culminato con la soppressione Decreto del 7 agosto 1809 eseguito il 20 settembre alla presenza del Priore Giambatista Monitillo nativo di Altamura. Il passo successivo fu l’oblio del complesso architettonico di Santa Maria Pura, messo in vendita dal demanio. Nei disegni del signor Nicola Mastromatteo era destinato a diventare un opificio, ma grazie all’illuminata mente di Antonio Prudenza sindaco dell’epoca (1888) il compelsso fu acquistato dal Comune.

Sono gli anni della metà del secolo scorso a segnare una rinascenza della Chiesa di Santa Maria Pura per volontà del popolo e in particolare delle donne della Casale, promotrici di un primo comitato. A seguire tanti interventi, non sempre riusciti, con l’intento di preservare e valorizzare il Santuario e l’area circostante sempre cara al popolo dei fedeli devoti a Maria.


Nicola Parisi.

Bibliografia: M. Tortorella, VicoNemi, Tipografia Lauriola, 2019, A. Capozzi , Il folkore di Vico raccontato da Titto, 2007, G. Biscotti l’Antico Ospedale di Vico in Santa Maria Pura, Gargano Nuovo. G. Clemente, Le vicende degli ordini religiosi nel Gargano agli inizi dell’Ottocento, Atti 13 Convegno Preisoria, Protostoria e Storia della Daunia, 1993



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