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Un po' di storia di Vico, per i nostri graditi ospiti



VICO NELL'ALTO MEDIOEVO ed oltre


I resti piu significativi della Vico medievale sono il castello e le superstiti torri della cinta muraria che circonda il nucleo cittadino piu antico.

La costruzione del castello, imponente nell'aspetto e quindi da giudicare abbastanza importante per fini militari e strategici, è databile in epoca normanna ma non può essere attribuita ai primi normanni della famiglia Drengot, cioè a Rainulfo I d'Aversa, a cui venne assegnato l'Honor Montis Sancti Angeli, che fu formalmente (ma non effettivamente), il primo signore normanno del Gargano dopo il convegno o patto di famiglia, di Melfi del 1042.

Il Gargano fu allora diviso tra la contea di Civitate (comprendeva la fascia litoranea garganica fino a Peschici e includeva anche Lesina) e la contea di Siponto conosciuta come Honor Montis Sancti Angeli.

Tutto avvenne mentre era in atto una seria rivolta dei longobardi di Puglia capeggiati da Argiro, figlio del piu famoso Melo, appoggiata proprio dai normanni contro i bizantini. Avvenne che lo stesso Argiro passasse inaspettatamente e proditoriamente proprio ai nemici bizantini. Il voltafaccia di Argiro durante le ostilità, convinto dai bizantini a passare dalla loro parte in cambio del titolo di patrizio dell'impero di Bisanzio e duca d'Italia, spinse i normanni traditi a cambiare atteggiamento, a non essere piu dei semplici mercenari al servizio dei vari potentati locali ma a giocare un ruolo sostanzialmente autonomo.

Essi eleggono loro capo, cioè Conte dei normanni di Puglia, Guglielmo Bracciodiferro della famiglia degli Altavilla che prevale sulla fazione dei Drengot guidati da Asclettino fratello di Rainulfo d'Aversa.

I normanni pensando però ad un sicuro ritorno dei bizantini decidono di rivolgersi per aiuto al principe di Salerno Guaimaro allora il piu potente dei principi dell'Italia meridionale.

Si trova subito l'accordo: Guaimaro col titolo di duca di Puglia e Calabria viene riconosciuto signore di tutti i territori da sottrarre ai bizantini. In cambio Guglielmo Bracciodiferro viene investito del titolo di conte dei normanni di Puglia dà Guaimaro che gli da in sposa anche la nipote figlia del proprio fratello Guido, duca di Sorrento.

Guaimaro agli inizi del 1043 guida i normanni tutti e riunificati, oramai suoi vassalli riconosciuti, alla conquista del capitanato bizantino.

A Melfi, il centro della rivolta in mano ai normanni, si procede alla spartizione preventiva dei territori da conquistare tra Rainulfo Drengot di Aversa ed altri dodici capi normanni.

Il Gargano ancora in mano bizantina viene suddiviso tra contea di Siponto detta anche «Honor Montis Sancti Angeli» che andava da Siponto a Vieste a Monte Sant'Angelo passando per Vico, Ischitella, Cagnano, Rignano, Castelpagano, San Nicandro, Casale Nuovo e Banzi, assegnata a Rainulfo Drengot, e contea di Civitate assegnata a Gualtiero D'Amico che comprendeva la fascia litoranea da Lesina fino a Peschici ed il resto residuale del Gargano.

La definitiva e stabile conquista normanna del Gargano o dell'Honor da parte dei Drengot avverrà parecchi anni dopo gli avvenimenti citati e si consoliderà con Riccardo di Capua e Roberto Drengot l' inclitus comes dei normanni.

Piu che incerti, solo non documentati, sono gli interventi sul castello di quest'ultimo (morto nel 1065) conte con effettivo possesso della sua parte di Gargano, di Monte S. Angelo, Siponto, Lucera e Vieste, succeduto al fratello Riccardo I che aveva rinunciato a quei domini in favore di Roberto perché impegnato severamente nella fortunata campagna per la conquista del principato di Capua avvenuta nel 1062.

Roberto, cui era pervenuta la signoria del Gargano, era il padre di Enrico il piu famoso conte di Monte Sant'Angelo morto senza eredi nel 1103 dopo aver sposato Adelicia sorella di Ruggero II il futuro re di Sicilia e figlia di Ruggero I il “gran conte” e Giuditta d'Evreux della famiglia dei Grandmensil cui appartenevano anche i conti De Ollia destinati a diventare poco piu tardi i signori di Vico.

Fu Enrico, la personalità piu eminente del periodo che di certo s'interessò molto della sua contea vastissima che comprendeva Siponto ed il Gargano intero o quasi fino a comprendere anche la lontana ma importante Lucera.

Fu egli a decidere di fare di Monte Sant'Angelo la sede e la capitale del feudo garganico.

Di Enrico si ricordano le aspre ribellioni e le lotte contro Roberto d'Altavilla il Guiscardo perché non voleva riconoscerne l'autorità sui normanni d'Italia e combatteva contro l'idea di vedere unificati tutti i territori strappati ai bizantini principalmente od ad altri sotto un unico padrone seppure normanno.

In pratica il conte Enrico restava fedele al diritto di conquista da ciascun capo operato mentre la sua ribellione sembrava quasi rappresentare la contesa definitiva tra il ramo dei Drengot cui apparteneva Enrico e gli Altavilla cui apparteneva il Guiscardo e che in quel preciso momento storico perseguiva scopi ben importanti e di gran peso per la causa normanna e non soltanto per la conquista dell'Italia meridionale e segnatamente della Puglia da strappare ai bizantini in maniera definitiva.

Con Enrico di Monte sant'Angelo, il castello di Vico sicuramente fu ristrutturato e preparato per essere un importante baluardo, posto a guardia ed a protezione del Gargano interno.

Quale che sia la verità le tipologie normanne sono facilmente osservabili e senza dubbio vanno riportate all'epoca di Roberto Dengrot e di suo figlio Enrico.

Solo studi mirati, auspicati e mai fatti, sull'intero organismo architettonico potrebbero rispondere in parte ai vari interrogativi e rivelare strutture e spazi, non conosciuti o nascosti sotto le pesanti alterazioni succedutesi nei secoli ed anche recentemente, nonostante il castello sia ora formalmente dichiarato monumento nazionale.

Alla morte del conte Enrico di M.S.A. il fratello, Guglielmo, succedutogli nel feudo, si ribella ancora a Ruggero Borsa il figlio ed erede del Guiscardo nel frattempo deceduto, perseguendo i medesimi scopi del suo predecessore.

Sconfitto, viene privato, stavolta definitivamente, dei possedimenti.


LA GRANDE CONTEA NORMANNA DI

VICO DEL GARGANO


Domata la ribellione Ruggero Borsa decide di ridimensionare la contea di Monte sant'Angelo creando una nuova contea autonoma quella di Vico del Gargano posta come cuscinetto tra l'Honor di Monte sant'Angelo o del Gargano e quella di Lesina gia da qualche tempo scorporata e separata da Civitate e che costituiranno in futuro due identità distinte.

Ruggero Borsa crea ex novo il feudo comitale di Vico del Gargano, ritagliando un consistente territorio a scapito della contea di Monte sant'Angelo.

Il feudo di Monte sant'Angelo assume il nome di feudo del Gargano mentre la nuova contea di Vico comprende i territori e le località facenti capo a Vico, Peschici, Sfilzi, Rodi, Ischitella, Cagnano, Carpino e viene affidata nel 1105 alla famiglia dei de Ollia fedelissima degli Altavilla e precisamente a Guarino de Ollia. Per quale scopo Ruggero Borsa abbia costituito il nuovo feudo non è tuttavia abbastanza chiaro. Si può pensare proprio al ridimensionamento per il potente feudo di Monte S. A. oppure ad una specie di feudo-cuscinetto interposto tra Lesina e Civitate ed il Gargano meridionale per evitare il costituirsi di feudi troppo estesi e troppo potenti.

Il castello di Vico, di certo ristrutturato, potenziato, divenne per questo il centro nevralgico della nuova contea.

Il nuovo ruolo di “capitale” di un feudo abbastanza importante sicuramente avrà suggerito ai De Ollia il rafforzamento non solo delle fortificazioni esterne ma anche il potenziamento del castello.

Cio' spiegherebbe in parte anche il carattere stilisticamente composito dello stesso, come appare oggi ai nostri occhi.

Si potrebbe giustificare cosi' la contemporanea presenza di torri diversissime stilisticamente fra di loro e di certo non coeve anche per gli occhi di un profano perché non edificate contemporaneamente, di certo non concepite con un disegno unitario di funzionalità.

Nel 1113 questo primo conte di Vico muore ed il feudo passa al figlio Enrico de Ollia che lo terrà fino al 1155.

Ruggero II nel 1130 costituisce il regno di Sicilia mentre avvenimenti sempre nuovi modificano aspetti politici e militari.

Nel 1137, infatti, l'imperatore Lotario dalla Germania scende in Italia a reclamare i suoi diritti imperiali contro i normanni tutti ivi compreso Ruggero II il re di Sicilia non riconosciuto dall'imperatore.

Lotario nomina Rainulfo di Alife conte di Puglia e si attarda nell'assedio di Castelpagano, Monte S.Angelo, Rignano e Siponto.

La contea di Vico, invece, assieme alle contee di Lesina e Civitate, passa nelle mani di Gionata di Carinola alleato di Lodovico. Tuttavia i conti normanni Roberto di Lesina e Petrone II di Civitate ed i De Ollia non abbandonano Ruggero II durante il conflitto.

Nel 1138 Ruggero riesce ad avere la meglio su Rainulfo d'Alife ed a riprendersi i suoi possedimenti ma durante la controffensiva muore in battaglia Petrone II di Civitate. Non avendo figli la contea riconquistata va alla sorella di Petrone ed al di lei marito Guglielmo.

Nel 1140, ripartito definitivamente l'imperatore per la Germania, Ruggero II riconquista tutti i territori momentaneamente abbandonati nell'Italia peninsulare.

Dopo la riconquista Ruggero riforma profondamente l'assetto del regno tutto.

Decisiva è l'assemblea di Silva Marca allorquando i feudi e le contee non vengono piu assegnate come per il passato ai vari comites per diritto di conquista ma solo per grazia del re.

E' la riforma radicale del regno di Sicilia che segna la fine anche della cosiddetta Anarchia Feudale che aveva caratterizzato il periodo della conquista normanna che fondava il potere dei vari conti sul diritto di conquista.

Alla morte di Ruggero II nel 1154 il regno di Sicilia viene affidato a Guglielmo I il Malo il quale è costretto ad affrontare serie rivolte all'interno del regno. Fra esse anche la pericolosa ribellione del conte di Lesina, un altro Guglielmo, sconfitto il quale il re Guglielmo non trova di meglio che affidare anche la potente contea di Lesina alla famiglia dei fedeli de Ollia di Vico con tutte le prerogative del feudo.

Il nuovo potente conte è Goffredo de Ollia conte di Vico in carica e suo signore, figlio di Enrico de Ollia anch'egli però solo conte di Vico morto nel 1155 succeduto a Guarino.

Goffredo assume però il titolo di conte di Lesina e nella nuova contea ristrutturata vengono trasferite anche le competenze della contea di Vico che ne entra a far parte con tutto il territorio sul quale si estendeva dapprima la sua autonoma giurisdizione.

I de Ollia, i signori di Vico si ritrovano a governare i feudi unificati sia di Vico che di Lesina in un unico organismo, la nuova contea di Lesina.

Cessa cosi l'esistenza effimera del feudo di Vico perché unificato con Lesina ma pur sempre sotto la famiglia de Ollia, i signori di Vico.

Nel 1177 gli assetti cambiano ancora.

Vico assieme ad altre località già facenti parte del primitivo Honor, il termine allora significava solo feudo,di Monte sant'Angelo entra nel dotarium (dote o meglio dono di nozze del re per la regina) di Giovanna d'Inghilterra - figlia di Enrico d'Inghilterra e sorella di Riccardo Cuor di Leone- andata sposa al re Guglielmo II il buono di Sicilia. Goffredo de Ollia cessa così grazie alla nuova ed imprevista situazione giuridica di essere vassallo del re, ma non per questo perde i suoi beni o il feudo. Egli viene a trovarsi invece in una situazione del tutto singolare per i tempi: risponde direttamente con tutti gli obblighi feudali precedenti non piu al re ma alla regina direttamente. L'Honor, poi, destinato a diventare in futuro il dotarium di tutte le future regine di Sicilia anche di casa sveva ed angioina avrà una sua storia particolare. Goffredo de Ollia lascia questo mondo nel 1186. Era sposato con Sibilia Alesina, cioè di Lesina dalla quale però non aveva avuto eredi. Sibilia si risposa con Ruggero di Sanseverino-Lauro conte di Tricarico che diventa cosi anche conte di Lesina fino al 1190. Altri propendono invece per un'altra ipotesi cioè che Goffredo de Ollia abbia invece avuto con Sibilia Alesina una figlia andata poi sposa a Berardo Gentile nel 1190; la contea gli sarebbe stata assegnata e confermata dal nuovo e contrastato re di Sicilia Tancredi di Lecce.

C'è tuttavia ancora un'altra ipotesi storica secondo la quale Berardo Gentile fu nominato conte di Lesina direttamente dal sovrano Guglielmo II per la fedeltà. alla sua causa nella contesa per il trono di Sicilia. Ad ogni buon conto i Gentile tengono Lesina e quindi anche Vico dove lasciano tracce del loro dominio documentate anche da testimonianze lapidee con l'effigie araldica del casato rappresentata dal leone rampante. Ci sono ancora i Gentile a Vico in epoca sveva quando l'imperatore Federico II come re di Sicilia sopprime le contee di Lesina e di Civitate che passano al demanio regio. Per il castello normanno di Vico gli anni di Federico determinano la svolta piu significativa. Il castello viene radicalmente ristrutturato, ampliato; vengono edificate nuove torri di cui una molto elegante a bugnato; elementi decorativi in pietra, stipiti a grottesche di gusto nuovo per gli ingressi, abbelliscono i nuovi manufatti e sono tutt’ora visibili benchè divelti e ricomposti non piu nelle loro sedi originarie. Trascurati perché non conosciuti a sufficienza potrebbero essere importanti per la storia dell'arte del periodo federiciano. Il castello, inserito a pieno titolo in quel vasto ed articolato sistema o rete militare ed amministrativa voluta in tutto il regno dall'imperatore Federico, viene attrezzato anche come domus solaciorum cioè castello di caccia o di svago per la caccia considerata la grande quantità di selvaggina disponibile nella vicina foresta Umbra.

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