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Vico, Antoniuccio e il miracolo della Vergine Maria SS. della Libera



Oggi voglio raccontarvi una bella storia.

L’ho ascoltata la prima volta, rapito dall’interesse e dalla curiosità, dalle parole di Don Fabio Clemente, il nuovo Parroco del Santuario di Maria SS. della Libera a Rodi Garganico, che ha "scartabellato" documenti e libri presenti in archivio, tra cui «Breve storia del Santuario di Maria SS. della Libera» dello scrittore Gabriele Inglese.

Una storia di 120 anni fa.

Era esattamente il 29 luglio del 1900.

Protagonista una famiglia di Vico del Gargano, con i loro cinque figli.

Uno di loro, l’allora undicenne Antonio, era un ragazzino esile e spesso malato.

Nel mese di maggio del 1900, colpito da febbre alta, venne attentamente visitato dall’instancabile Dottor D. Antonio Mastromatteo, che mise in atto tutte le pratiche sanitarie che la scienza dell’epoca suggeriva.

Ma i dubbi del grande medico vichese furono tanti: «Il ragazzo è grave» disse ai genitori.

Non passarono che pochi giorni e una paralisi totale delle gambe, colpì il giovane vichese, impedendogli la deambulazione.

Nessuna cura, né quella amorevole della famiglia, né quella della medicina, riuscirono a rimetterlo in piedi.

La mamma, disperata, non seppe più cosa fare e a chi rivolgersi.

Ad un tratto, ispirata da un impulso superiore, decise insieme al marito, di far visita alla Vergine SS. della Libera, protettrice di Rodi Garganico.

Di prima mattina, l’ingresso al Santuario, le preghiere consuete e una sosta ai piedi dell’altare con il piccolo Antonio sulle braccia.

«Liberaci, oh sì, liberaci dal dolore in cui il Cielo ha voluto prostarci! Fa' che il mio Antoniuccio cammini libero e spedito come una volta!»

Prima di far ritorno a Vico, la mamma esortò con queste parole la Vergine Santissima, (parole riportate sul libro «Breve storia del Santuario di Maria SS. della Libera» dallo scrittore Gabriele Inglese) come racconta Don Fabio, con un velo di commozione e di ammirazione, e chiamò il rettore della chiesa, D. Matteo Can. Pepe, pregandolo di bagnare una pezza nell’olio della lampada che illuminava giorno e notte la sacra immagine della Vergine.

All’uscita dalla chiesa, la mamma con la pezza bagnata, indicò il segno della croce sulla fronte di Antoniuccio, e prima di muovere passo, il papà Carlo, invocò per l’ultima volta la Madonna.

«Lasciatemi, lasciatemi, grida il fanciullo, voglio camminare da solo!»

Ecco, il miracolo!

La Vergine aveva accolto le preghiere dei religiosi genitori e del piccolo malato!

Scene commoventi, racconta sempre Don Fabio, che fecero piangere tutti i presenti in chiesa.

La notizia divenne di dominio pubblico in pochissime ore, facendo riunire una folla immensa di fedeli che volllero di persona, guardare, toccare, testimoniare il miracolo, in un pianto collettivo toccante e denso di fede.

Alle dodici, una folla festante, accompagnò i genitori e il piccolo Antonio fuori dalla chiesa e separandosi gridarono tutti insieme: Evviva la nostra Regina!


Ringrazio Don Fabio, per la sua testimonianza e per il racconto toccante.

Questa bella storia mi ha spinto a cercare notizie sulla presenza di una edicola votiva a Vico del Gargano, dedicata a Maria SS. della Libera, ed ho avuto il piacere di incontrare la signora Libera che ci ha dato informazioni in merito.

Trentacinque anni fa, su iniziativa di un prete di Rodi Garganico, don Aldo Panella, con l'aiuto economico di tanti fedeli di Vico del Gargano, è stata realizzata l'edicola votiva di fronte la Chiesa di San Marco Evangelista, ad oggi molto ben tenuta.




Guardate il video.





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